La relazione con un’altra donna e l’assicurazione sulla vita da 100 mila euro da intascare. E poi i tracciati dei navigatori satellitari e l’acquisto di alcune opinate trovate vicino al cadavere. Per la Procura cagliaritana sono il movente e le prove a carico di Igor Sollai, in carcere da poco più di quattro mesi, precisamente dall’8 luglio, dieci giorni prima del ritrovamento del corpo senza vita della moglie. Dall’autopsia è emerso come sia stata uccisa nel sonno, nel divano della sua casa di San Sperate, con diversi colpi alla testa inferti con un oggetto contundente.
Già prima della confessione di oggi, il pm Cocco si era convinto della colpevolezza di Sollai sulla base di una serie di elementi concordanti raccolti durante le fasi delle indagini. Ci sono i tracciati dei navigatori satellitari delle vetture usate dall’autotrasportatore, che spesso hanno fatto tappa nella zona in cui sono trovati i resti di Francesca, così come i riscontri dai controlli di telefoni e computer, l’acquisto sicuramente attribuibile a lui di alcune piante ritrovate vicino al cadavere, le dichiarazioni poco convincenti rese nel corso degli interrogatori di garanzia e il movente: secondo la procura Sollai aveva un’altra donna e avrebbe potuto intascare l’assicurazione sulla vita, da circa 100.000 euro, firmata assieme alla moglie.
“Me l’aspettavo dopo la per me “scontata” decisione della Corte di Cassazione sulla richiesta di scarcerazione”, ha dichiarato Gianfrancesco Piscitelli, legale della famiglia Deidda, “si sarà anche liberato di un peso o è un ultimo disperato tentativo di mitigare una condanna certa, ma di certo, nella mia posizione non cambia nulla. Massimo della pena per il suo assassino”.