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Vecchio frutteto distrutto a Tuvixeddu: “Gli alberi non erano secchi, perché li hanno tagliati?”

Giardino davanti alle tombe disboscato. I residenti contro la Sovrintendenza: “Le piante avevano i frutti, gli accordi non sono stati rispettati”
Chiara Sulis

“Gli alberi non erano secchi e non c’era nessun’accordo per espiantarli. La Soprintendenza ha dato l’ordine di tagliare tutto”. Non si placano le polemiche sulla vicenda del frutteto distrutto a Tuvixeddu. I residenti hanno affisso i manifestini per protestare e la Soprintendenza si è giustificata: “Le piante erano secche”. Ma oggi arriva la controreplica. Barbara Muscas, una degli abitanti del condominio che abbraccia il vecchio frutteto distrutto nel versante di Tuvixeddu: “Abito lì e quel giardino apparteneva ai miei nonni, non sono stati rispettati gli accordi presi”. Secondo Muscas sono stati eliminati tre fichi, di cui uno forse centenario, due aranci, due mandarini, un susino, un limone e un’altra pianta. E non erano secchi: “Nell’albero di mandarino c’erano già i frutti così come in quello di arance”.
Si dichiara informata dei fatti anche Donatella Deriu, la quale dice che la “Tomba dei pesci”, la perla archeologica oggetto di attenzione delle Soprintendenza, che si trova sotto il giardino in questione, è stata trascurata per anni senza ricevere la giusta cura da chi doveva proteggerla e non si spiega come mai, ora, invece si sia dovuto intervenire così celermente danneggiando irrimediabilmente un frutteto di oltre settant’anni.
Un pezzo della storia di Cagliari è nascosta nel rione: tutta la zona, infatti, è ricca di anfratti e tombe millenarie scavate nella roccia e si racconta che, nel passato, quelle grotte avessero dato rifugio a povera gente senza casa, forse fino al 1957, quando il proprietario dell’area in cui ora sorge lo stabile al numero 59 si impegnò per chiedere alle autorità comunali di fornire delle vere abitazioni a questi sfortunati.

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