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Vannacci: “Rappresenterò la Sardegna in Europa”

L’europarlamentare della Lega ha partecipato a un incontro pubblico alla Fiera con 800 persone. Inno e bandiere tricolore. “Immigrati irregolari da rimpatriare”
Gianmarco Cossu

Ad accoglierlo c’è una sala congressi da tutto esaurito alla Fiera di Cagliari. Si fa attendere un po’ più del previsto, ma alla fine l’europarlamentare della Lega Roberto Vannacci fa il suo ingresso al padiglione di via Pessagno e incontra i suoi sostenitori e simpatizzanti.

“Il mondo contrario-un anno dopo”, il titolo dell’evento, piu di 365 giorni dopo la presentazione del primo libro del generale a Villasimius. Ad accogliere Vannacci un lungo scroscio di applausi e l’inno nazionale italiano, eseguito dal maestro Iacopino.

Jeans e camicia, parla con disinvoltura, Roberto Vannacci, davanti alla folla e alle domande del giornalista Antonangelo Liori. “Qui è bellissimo, siete tantissimi e viu ringrazio. Non me lo sarei mai aspettato”. Poi, sulla prima donna militarizzata, Pasca Piredda, un inciampo: “No, non la conosco”.
E sulla Decima Mas: “Degli eroi della seconda guerra mondiale, un glorioso reparto della regia marina, ma i nostri giovani non la conoscono. Gente che ha dato la vita per difendere la nostra patria. I giovani non conoscono Emilio Bianchi, ma Greta Thunberg sì”.

E ancora, contro il cosiddetto “politicamente corretto”: “siamo in un paradosso. Alcune idee sono censurate, non dal governo, ma dal pensiero unico e dal ‘politicamente corretto’. Ovvero un costrutto che riguarda tutte le attività sociali dell’uomo. Conta la percezione e non quello che naturalmente si è. L’obiettivo è la distruzione della civiltà occidentale come la conosciamo”. E aggiunge: “il politicamente dalle origini sostiene le minoranze. La cultura? Rivoluzionata, in modo che ci dica che cosa pensare e che cosa fare”, chiude citando anche una poesia di La Fontaine.

Dal politicamente corretto alle tematiche sulle immigrazione, Vannacci trascina il pubblico cagliaritano.

“Gli immigrati irregolari devono essere rimpatriati e con le minori spese politiche. Se non facciamo ognuno, in un senso nazionalistico e patriottico, questo lavoro, non raggiungeremo mai l’obiettivo”.

E ancora, sullo ius ius scholae, “se io studio per cinque anni in Arabia Saudita, diventò forse arabo? No”, spiega.

Sulla questione dei migranti in Albania, Vannacci osserva: “io mi auguro veramente che la Corte di giustizia europea decreti l’Italia come primo Paese non sicuro. Perché stando a credere a tutti questi sondaggi che vengono fatti, o l’Ecri in primis che ha dato dei razzisti alle nostre forze dell’ordine, una nazione che è condannata per il sovraffollamento carcerario, una nazione dove la popolazione stessa è razzista, una nazione dove una certa onorevole Salis dice che le carceri sono razziste, e allora perché noi dobbiamo definirci una nazione e un posto sicuro? No, siamo il primo delle nazioni insicure, quindi questi signori devono scappare – conclude Vannacci – devono andarsene via, devono tornare a casa, perché non è certo l’Italia un paese che possa offrire loro delle opportunità in più, visto che è un paese insicuro”.

Altro argomento, quello delle energie rinnovabili.
“Si sono tessute le lodi sull energia verde che sarebbe più salutare e costerebbe di meno. Il nucleare? Più sicuro di quasi tutte le fonti energetiche alternative”. E poi, sulle pale eoliche in Sardegna, “non andiamo a deturpare le terre coltivabili per far arricchire le multinazionali”.

Sulle proteste il generale fa dell’ironia: “Mi sono messo il giubbotto pesante perché mi aspettavo la buriana. Invece no, qui c’è uno tsunami di 800 persone che siete voi”.

Alle ultime elezioni europee, nessun candidato sardo è stato eletto. “Mi propongo di portare avanti le istanze della Sardfba e dei sardi a Bruxelles”, ha detto il genrale che un poco sardo già si sente, amante di un’Isola forse troppo lontana dal resto d’Italia. “Porteremo avanti la continuità territoriale. Mi propongo come punti di riferimento per la Sardegna a Bruxelles”.

E poi, in conclusione, un omaggio alla terra sarda e all’Italia. “La Sardegna è un pezzo di Italia. È vero che ci sono specificità ma siamo parte di una bellissima nazione, la più bella del mondo “.

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