Uta, 92 boss mafiosi in arrivo: Todde contro il Governo
Uta, 92 boss mafiosi in arrivo: Todde contro il Governo. La tensione cresce intorno al carcere di Uta. Il Ministero della Giustizia ha deciso di trasferire 92 detenuti sottoposti al regime del 41 bis in Sardegna, senza confrontarsi con la Regione. La presidente Alessandra Todde rompe il silenzio e accusa: “Ho scritto al ministro Nordio il 18 giugno per chiedere spiegazioni, ma non ho ricevuto alcuna risposta. Nessuna interlocuzione, nessun confronto. È inaccettabile”.
Nel frattempo, Ernesto Napolillo, direttore generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha comunicato ufficialmente alle autorità sarde l’arrivo imminente dei detenuti più pericolosi d’Italia. Il documento, indirizzato ai vertici giudiziari e istituzionali della regione, invita a “predisporre le necessarie misure” per accogliere i nuovi ingressi a Uta. La Regione, però, apprende la notizia dai giornali.
Todde punta il dito contro Roma e chiede di bloccare l’operazione: “Questa decisione ignora completamente le conseguenze per la sicurezza, la sanità e l’equilibrio sociale della nostra isola. Così si calpesta il principio di leale collaborazione tra istituzioni”.
Nella lettera già inviata al ministro, la presidente ha elencato le criticità. Innanzitutto, il Procuratore Generale ha definito la Sardegna un territorio “a forte rischio di sviluppo mafioso”. L’arrivo di capimafia potrebbe alimentare pericolose sinergie tra clan storici e criminalità locale.
Secondo punto: la carenza cronica di agenti della Polizia Penitenziaria. Lo dimostra il clamoroso caso del 2023, quando Marco Raduano, boss della mafia garganica, evase dal carcere di Nuoro. In quell’episodio, le carenze strutturali del sistema penitenziario sardo emersero in tutta la loro gravità.
Infine, Todde evidenzia il rischio di un collasso sanitario e sociale: “Il sistema regionale non può reggere un simile impatto senza un piano straordinario di interventi. Questo trasferimento appare come un esperimento pericoloso, condotto sulla pelle dei sardi”.
Dal Governo, però, continua il silenzio. Nessuna replica ufficiale da parte del ministro Nordio. Intanto, le autorità locali devono prepararsi all’arrivo dei boss.
La presidente chiude con un appello: “La Sardegna non è una colonia penale. Il Governo deve fermarsi, ascoltare e aprire subito un tavolo di confronto. La sicurezza dei cittadini sardi viene prima di tutto”.