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Il Siren Festival parte coi Freak Motel che presentano “Human codec”

La Redazione
XIAOYI

I Freak Motel al fischio d’inizio del Siren Festival di Cagliari

Ci sono i padroni di casa Freak Motel a dare il via alla quattro giorni di Siren Festival a Cagliari. Si parte oggi con la prima delle quattro serate che animeranno il Corto Maltese al Poetto, con ingresso gratuito. Mentre venerdì 11 e sabato 12 l’invasione di gruppi alla Fiera che si alternerà su due palchi. Stereolab e Calibro 35 i big della prima serata e The Horrors e The Messthetics and James Brandon Lewis chiuderanno la seconda.

Al pubblico sulla spiaggia del Poetto i sardi Freak Motel potranno offrire la loro ultima creatura, Humam Codec. Andrea Sanna, Matteo Sedda, Andrea Parodo e Nicola Vacca porteranno i loro pezzi strumentali dell’ultima uscita e dei precedenti Escape Room e Freakenstein.

Il primo Lp, Human Codec

“Human Codec” è il titolo dell’ultimo lavoro discografico della band Freak Motel, disponibile in digitale, in formato vinile in edizione normale più 100 copie in edizione limitata giallo trasparente) e primo LP dopo la pubblicazione dei due Ep precedenti “Escape Room” del 2018 e “Freakenstein” del 2022. Anticipato dai singoli “Yelly” e “Rauh“, la band sarda conferma la propria vocazione nel miscelare sapientemente elementi Nujazz, Kraut, Post-Rock con la musica elettronica.

In questo terzo concept album la band, partendo dal concetto di CODEC inteso come dispositivo in grado di codificare o decodificare un flusso digitale o un segnale per poi trasmetterlo su una rete di dati, concentra la sua attenzione su quelli che sono i codici che ci si scambia nelle interazioni umane, e sulla loro trasposizione in musica.

In particolare, i Freak Motel si focalizzano sull’importanza del vissuto personale di ogni musicista, e sul processo di interiorizzazione e decodifica di ogni esperienza vissuta, che viene poi Ri- codificata attraverso il linguaggio musicale, sotto forma di opera artistica. L’opera entrerà a far parte di un loop e diventerà essa stessa un’esperienza che verrà a sua volta decodificata da chi ne fruirà, filtrata attraverso la propria sensibilità e le proprie esperienze.

Non si parla dunque di una rete digitale, ma di una rete fatta di relazioni umane, contaminazioni culturali, scambi, spostamenti geografici repentini.

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