Una folla commossa e devota ha accolto oggi il ritorno a Cagliari di Sant’Efisio, al termine della tradizionale processione votiva che ogni anno attraversa il sud della Sardegna. Sul cocchio trainato dai buoi, preceduto dal drappello dei miliziani, dai guardiani e dall’alter nos, il simulacro del martire è stato accompagnato lungo le vie cittadine da migliaia di fedeli, in un’atmosfera di raccoglimento e fede profonda.
Il momento più toccante si è consumato davanti al Municipio, dove il sindaco Massimo Zedda ha reso omaggio al Santo, simbolo di protezione e speranza per la città. Un gesto emblematico, carico di significato, che ha suggellato il legame tra la comunità e il suo patrono.
Il lungo cammino del simulacro si è concluso nella chiesa di Stampace, dove si è compiuto il rito dello scioglimento del voto, mantenendo viva una tradizione che affonda le radici nel XVII secolo. Lungo tutto il percorso, tra canti religiosi, fiaccole accese e silenzi carichi di emozione, lo sguardo dei partecipanti raccontava l’intensità di un momento che unisce la città, credenti e non.
“Atrus annus”
“Atrus annus!”, l’augurio rituale che accompagna il rientro del Santo, è risuonato forte tra le vie del centro, esprimendo il desiderio di poter rinnovare ancora una volta questa storica promessa di fede.
Anche quest’anno, Cagliari ha dimostrato che il culto di Sant’Efisio è molto più di una semplice ricorrenza: è un patrimonio spirituale e identitario che attraversa il tempo e parla al cuore di un’intera comunità.
Qualche polemica per l’incidente del dito spezzato al simulacro durante il tragitto. Ma i confratelli assicurano: “La statua sarà restaurata”.