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Pale eoliche, cielo Pale eoliche, cielo

Rinnovabili stoppate dalla moratoria, il Tar dice sì a 2 ricorsi: “Rischio risarcimenti milionari”

Giudicati ammissibili due ricorsi presentati da due aziende contro la legge sulle energie rinnovabili varata la scorsa estate dalla Regione. “Scelte frettolose che presentano il conto”, le parole del consigliere Alessandro Sorgia
La Redazione
Pale eoliche

Giudicati ammissibili dal Tar di Sardegna due ricorsi presentati da aziende penalizzate dalla moratoria regionale sulle energie rinnovabili. Si è così aperta la strada a potenziali risarcimenti milionari a carico della Regione. Un punto di svolta in una vicenda già segnata dal pronunciamento della Corte Costituzionale, che a marzo aveva dichiarato l’illegittimità della norma approvata lo scorso luglio.

Per il consigliere regionale Alessandro Sorgia, unico a votare contro quella legge in Consiglio, quanto sta accadendo era tutt’altro che imprevedibile: “Non era difficile capire che una norma costruita senza basi solide, e in contrasto con il quadro normativo nazionale, avrebbe prodotto più danni che benefici. Oggi, a distanza di pochi mesi, il rischio non è più solo giuridico, ma anche economico. E a pagare saranno i cittadini.”

La moratoria, approvata nel luglio 2024 e poi abrogata a dicembre dalla nuova legge sulle aree idonee, ha comunque dispiegato i suoi effetti, bloccando decine di progetti e innescando un conflitto istituzionale con lo Stato. Ora, con il pronunciamento del TAR, si apre un fronte potenzialmente devastante: quello delle cause per risarcimento danni da parte di imprese che avevano già investito in Sardegna e si sono viste stoppare i progetti.

“È evidente – prosegue Sorgia – che non si può governare un tema delicato come quello della transizione energetica con logiche di propaganda e norme scritte in modo approssimativo. Il prezzo politico e finanziario di questo errore rischia di essere salatissimo.”

Nel suo intervento in aula, già a luglio, Sorgia aveva espresso preoccupazioni precise: “Non si tratta solo di dire no ai progetti invasivi – aveva dichiarato allora – ma di costruire un sistema normativo solido, efficace, che tuteli davvero i territori senza esporre la Regione a un’escalation di contenziosi.”

Alla luce degli sviluppi giudiziari, il consigliere non esclude il deposito di un’interrogazione per fare piena luce su tutta la vicenda: dalla genesi della legge impugnata, alla gestione dei rapporti con il Governo, fino alle possibili conseguenze finanziarie per l’amministrazione regionale.
“Serve chiarezza – conclude – e serve responsabilità. Le scelte frettolose, oggi, presentano il conto. Ma è nostro dovere politico impedire che a pagarlo siano ancora una volta i cittadini sardi.”

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