Mancano il rendiconto delle spese elettorali e il nome del mandatario, mentre un conto delle somme versate e degli aiuti ricevuti (da 90 mila euro) esiste, ma è arrivato da Ettore Licheri coordinatore del M5s e non da Alessandra Todde (come prevedeva la legge) e pertanto è nullo. Mentre non c’è traccia del conto corrente bancario dedicato. E poi esistono anomalie su alcune spese. Sarebbe stata inviata anche una segnalazione alla Procura.
Sono queste le contestazioni messe nero su bianco dal collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’appello che ieri sera ha emesso una dichiarazione di decadenza da consigliera regionale per l’esponente del M5s, che così perderebbe anche la carica di presidente della Regione, mandando a casa tutto il consiglio regionale e costringendo i sardi a tornare alle urne per l’elezione di un nuovo presidente.
Circolano indiscrezioni su una memoria depositata all’ufficio del Collegio in cui sarebbe stato spiegato che al momento della consegna del materiale il comitato elettorale della presidente eletta avrebbe presentato alcuni doppioni, dimenticando invece altri documenti che contenevano la fedele ricostruzione delle spese. Uno sbaglio spiacevole, ma “commesso in buona fede” secondo quanto filtra dallo staff della governatrice.
Spetta alla Todde adesso presentare ricorso in Appello, ed eventualmente alla Corte di Cassazione, per chiarire tutta la vicenda. Nel frattempo però il consiglio regionale è chiamato a prendere atto della decadenza, ma è possibile che l’Aula di via Roma prenda tempo proprio in attesa dell’esito del ricorso della presidentessa. Se invece la Todde dovesse soccombere in Appello il ritorno alle urne sarebbe inevitabile. Ma intanto la posizione politica della numero uno della giunta, fino a questo momento fortissima come dimostrano la gestione dell’approvazione del decreto sulle aree idonee e la trattativa sulla sanità, appare decisamente indebolita.Dieci pagine e sette punti contestati: è il provvedimento adottato dal Collegio regionale di garanzia elettorale, in seno alla Corte d’Appello di Cagliari e composto dalla stessa presidente della Corte d’Appello, Gemma Cucca, che lo presiede e da 6 componenti effettivi (Dario De Luca, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Maria Luisa Scarpa, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Francesco Alterio, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Riccardo Fercia, docente universitario; Roberta Asuni, dottore commercialista e Tullio Conti, dottore commercialista).
Innanzitutto secondo il collegio la dichiarazione relativa alle spese elettorali della campagna della presidente Todde non sarebbe “conforme” a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce. In secondo luogo “non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria” ai sensi delle due leggi richiamate. Ancora, si legge nel documento, “non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi”. E poi, quarto punto, “non risulta l’asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato”. Secondo il collegio, ancora, “non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale” e “non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti per la campagna elettorale come previsto dalle due norme sopra citate”.
E poi l’ultimo punto: non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte durante la campagna attraverso PayPal, somme comunque non rilevanti. Per i componenti del collegio, dunque, il rendiconto elettorale del comitato elettorale del M5s, inviato il 23 maggio in adempimento degli obblighi previsti dalle leggi, firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti, non chiarisce “se le spese indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di Consigliere sostenuti dal Movimento”.
La dichiarazione elettorale presentata riporta “di aver sostenuto spese, come da rendiconto allegato, per complessivi euro 90.629,98 e di aver ricevuto contributi e o servizi per euro 90.670,00”. Nel documento il collegio riporta di aver ricevuto i documenti e la memoria della presidente a integrazione dei dubbi sollevati, ma sostiene non siano sanabili.