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Quartucciu, carcere minorile “senza respiro”: è il più affollato d’Italia

Il sistema penitenziario italiano è sempre più vicino al collasso e l’istituto dell’hinterland cagliaritano si conferma uno degli epicentri più critici: i dati choc
Ennio Neri

Sos sovraffollamento dal carcere minorile di Quartucciu

Il sistema penitenziario italiano è sempre più vicino al collasso e il carcere minorile di Quartucciu si conferma uno degli epicentri più critici. A dirlo è il nuovo rapporto dell’associazione Antigone, intitolato significativamente “Senza respiro”, che fotografa una realtà allarmante fatta di sovraffollamento, degrado strutturale e carenza cronica di personale e servizi.

Una crisi che coinvolge in pieno anche la Sardegna e, in particolare, l’Istituto penale minorile di Quartucciu, alle porte del capoluogo. Secondo il dossier, il carcere minorile cagliaritano registra un tasso di affollamento del 150%, tra i più alti d’Italia, al pari del famigerato “Beccaria” di Milano.

La struttura accoglie attualmente otto giovani detenuti, solo due dei quali sardi, all’interno di un edificio già definito “fatiscente e pericolante” dalla Garante regionale delle persone private della libertà, Irene Testa. “È un luogo indegno perfino per gli animali – ha dichiarato Testa – peggio di un canile. Non può continuare a essere utilizzato per scopi rieducativi”.

Le vere emergenze


Il sopralluogo effettuato dalla Garante mise in luce un quadro desolante: degrado diffuso, sofferenza per chi ci lavora e spese spropositate. Ed era emersa la necessità di un’azione per chiedere la chiusura del carcere minorile di Quartucciu e il trasferimento dei giovani detenuti in comunità educative, ritenute più idonee al recupero.


Ma Quartucciu è solo la punta dell’iceberg. Il rapporto Antigone denuncia che, a livello nazionale, le carceri italiane ospitano oggi oltre 62mila detenuti, a fronte di una capienza reale che si è ridotta di quasi 900 posti in due anni. Il tasso medio di sovraffollamento supera il 133%, e in molte celle i detenuti non dispongono nemmeno dei tre metri quadrati minimi previsti per legge. In 30 istituti mancano gli spazi vitali, in 12 il riscaldamento, in 43 l’acqua calda.

A Cagliari, come altrove, pesa anche la drastica carenza di personale: manca quasi un direttore su cinque, e si contano meno di un educatore ogni 64 detenuti. Anche l’assistenza psicologica è al collasso, con un preoccupante aumento degli atti di autolesionismo nel 2024 (+4,1%) e un tragico record di 91 suicidi nell’anno appena concluso. Sul fronte del lavoro, il quadro non migliora: solo un detenuto su tre è occupato, e appena lo 0,4% lavora per aziende private, compromettendo di fatto la funzione rieducativa prevista dall’articolo 27 della Costituzione.

Il dossier evidenzia anche una crescente pressione sul sistema minorile: al 30 aprile 2025, gli istituti per minori ospitavano 611 giovani, di cui quasi la metà stranieri non accompagnati, con un incremento del 54% in appena due anni.
La Sardegna, con Cagliari come fulcro del sistema carcerario regionale, si ritrova così ad affrontare una doppia emergenza: una rete penitenziaria sull’orlo del collasso e un modello di detenzione minorile sempre più insostenibile.

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