I fatti che occupano le pagine di cronaca nera in Sardegna nelle ultime settimane raccontano di due casi di omicidio avvenuti, secondo le indagini dei magistrati, per motivi economici: Igor Sollai avrebbe ucciso la moglie per la casa e l’assicurazione, Claudio Gulisano è sotto accusa per aver avvelenato i genitori per soldi. Casi ravvicinati in cui delle persone uccidono gli affetti più cari, o almeno quelli che dovrebbero esserlo, visti come degli ostacoli al raggiungimento di un guadagno. Come se nei soldi trovassero un’affermazione personale che giustifica ai loro occhi la soppressione delle persone più vicine. La componente affettiva evapora di fronte all’avidità, è il parere di Angela Quaquero, presidente dell’ordine delle psicologhe e degli psicologi della Sardegna.
Sembra emergere una realtà estremamente preoccupante, è una tendenza crescente?
Penso che l’avidità verso i soldi familiari ci sia sempre stata, questo tipo di delitti sono, purtroppo, sempre esistiti. Nel caso di Francesca Deidda ovviamente non possiamo non pensare al femminicidio, non lo escluderei a priori. È sempre un gioco di potere e avidità, componenti che ci sono sempre state, soprattutto la seconda.
È una tendenza che in Sardegna, terra che per tradizione riconosce un ruolo importante alla famiglia, sta crescendo?
Se andiamo a guardare le pagine dei giornali degli ultimi 30 o 50 anni troviamo omicidi dettati dall’avidità. Ricordo l’omicidio di Dina Dore a Gavoi, solo per fare un esempio. Purtroppo, è costitutivo dell’uomo: quando i soldi diventano più importanti degli affetti e dei rapporti e la componente di avidità, di possesso, questa volta è rivolta più verso i soldi che verso la persona (come succede, invece, in caso di femminicidio), allora la persona sparisce, il valore della persona sparisce.
Come si arriva a questo?
Credo che in entrambi i casi sia scomparsa completamente la dimensione affettiva. In entrambi i casi il rapporto affettivo sparisce, evapora. Oltre al movente economico immagino che ci sia anche odio, che ci siano anche altre componenti. In ogni caso certamente la componente affettiva passa in secondo piano, oppure è limitata, semplicemente, alla sola terribile, estrema aggressività e distruttività. Certamente quella che è venuta meno è la dimensione affettiva.