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Lotta ai tumori, ennesimo caos sanità: sud Italia e Sardegna agli ultimi posti per gli screening

Un cittadino, spesso donna, su quattro riesce ad aderire ai controlli, mammografici e al colon, organizzati dalle Regioni. In cosa c’è anche l’Isola, già sfiancata dalle attese folli e cure impossibili.
La Redazione

L’adesione ai programmi di screening oncologico da parte degli italiani rallenta ma evidenzia una forte ripresa rispetto al periodo pandemico legato al Covid-19, rispetto al quale si era peraltro già recuperato il ritardo a partire dal 2021. Il sud Italia e la Sardegna, però, sono ancora molto indietro e appena un cittadino su quattro è riuscito ad accedere e a fare i controlli medici. Così emerge dall’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità sui programmi di screening oncologico realizzati da Regioni e Province autonome in Italia pubblicata sul sito del ministero della Salute. Nel 2022 la copertura dello screening mammografico è stata del 43% (in calo rispetto al 2021, soprattutto al Nord), con forti disomogeneità tra le macroaree (Nord 54%, Centro 47%, Sud e Isole 26%). Per lo screening cervicale, il valore a livello nazionale è del 41%, con minori variazioni tra le macroaree, mentre per la ricerca del sangue occulto per il tumore colorettale si attesta al 27%, con un evidente trend da Nord (38%), al Centro (28%), a Sud (12%).

A livello dell’offerta degli screening l’Italia è spaccata a metà. Da una parte le Regioni del Centro e del Nord che mostrano una buona organizzazione, con differenze che riguardano prevalentemente l’estensione dell’offerta dello screening mammografico alle donne più giovani e l’implementazione di protocolli per lo screening della cervice che tengano conto dello stato vaccinale contro il papilloma virus (human papilloma virus, Hpv), 78% delle Regioni del Nord contro il 50% del Centro, per entrambe le caratteristiche; dall’altra parte ci sono le Regioni del Sud che, sebbene siano allineate con il resto del territorio italiano relativamente all’offerta di alcune tipologie di screening (cervice e colon-retto), sembrano essere più indietro riguardo l’estensione ad altre fasce di età, sia per lo screening mammografico che per il colon-retto (25% e 13% rispettivamente per il mammografico 45-50 anni e 70-74 anni e 13% per l’estensione dello screening colon-retto agli over 70), l’implementazione di protocolli per le donne vaccinate in giovane età per HPV (sono stati implementati solo nel 38% delle Regioni del Sud) e l’utilizzo delle farmacie come supporto alla facilitazione dello screening colon-retto (50%).

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