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Lilli Ruggieri chiude, in pensione il pioniere cagliaritano del pret a porter

Ultime settimane di lavoro, poi il marchio Ruggieri saluta Cagliari. Lo storico Innocenzo “Lilli” va in pensione: se ne va dal cuore del capoluogo un pezzo di storia del commercio.
Gianmarco Cossu

Centotrentotto anni nel cuore di Cagliari e un nome che ha scritto lunghi capitoli nel commercio cagliaritano. Ora le ultime settimane di lavoro. Poi a fine 2024, o al massimo ai primi mesi del prossimo 2025, Innocenzo “Lilli” Ruggieri abbasserà definitivamente le serrande, nella centralissima via Alghero, di quello che sembrava un intramontabile punto vendita di abbigliamento, sin dagli anni ’50.

Da Innocenzo a Innocenzo, è il caso di dire. Già, perché era il 1886 quando Innocenzo Lorenzo Ruggieri, classe 1849, dall’Abruzzo giunse a Cagliari e nel quartiere Marina diede vita all’emporio nel Portico di Sant’Antonio: di tutto e di più nel cuore di una città che si avviava a diventare grande.

Da lì il passaggio al figlio Ferdinando, che proseguì le attività del padre, dedicandosi al commercio di tessuti al dettaglio nel quartiere della Marina. Sino agli anni ’60, quando un giovanissimo Innocenzo si fa precursore a Cagliari del prêt-à-porter, arrivando a gestire 12 prestigiosi negozi di abbigliamento. “Ho iniziato in via Manno, di fronte al portico Sant’Antonio, lavorando insieme ai miei fratelli più grandi Ruggero, Lucia e Maria Lucia”, racconta Innocenzo, classe 1941, “ai tempi ero iscritto in Economia e Commercio e praticavo atletica leggera”.

Dodici negozi che hanno fatto storia nel commercio cagliaritano e un nome, Lilli, entrato nel cuore di chi ha vissuto gli anni d’oro del secondo Dopoguerra sino ai tempi moderni. “Il soprannome? Non ha un’origine particolare, mi ci chiamava così mia nonna, dai tempi in cui avevamo sfollato nella zona del lago di Lugano, e da allora mi è rimasto”. Ciò che però non è rimasto sono le 12 attività nel centro di Cagliari – tra tutte la celebre “Seventyfive” – a poco a poco chiuse e affittate. Il mondo del commercio era ormai cambiato.

Ora le ultime settimane anche per il punto vendita di via Alghero. “Il problema è il mancato ricambio generazionale”, spiega Ruggieri, “io ho una figlia architetto che vive negli Stati Uniti, sposata con famiglia. Non ha intenzione di prendere l’attività”.

Ottantatre anni e non sentirli per Lilli. Soprattutto, quando la memoria va alla straordinaria intuizione, sua e della sorella Maria Luisa, di portare il prêt-à-porter in Sardegna, innamorati dell’alta moda parigina. “Ora chiudo a malincuore. Avevo provato a chiedere ai miei collaboratori stretti, ma non se la sono sentita. Non so se chi subentrerà aprirà un negozio. Ma il marchio Ruggieri non ci sarà più”.

Davanti ai suoi scaffali, a visionare gli abiti di gran classe ci sono stati clienti di ogni tipo, anche importanti. Dall’ex presidente della Repubblica Cossiga all’attore Arnoldo Foà, quando veniva in Sardegna. “La gente ancora oggi rimane affezionata. In tanti vengono a comprare da me e alla notizia della chiusura ho ricevuto tanti messaggi d’affetto”.

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