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Landini a Cagliari per il referendum: “Col voto stop a licenziamenti ingiusti e più tutele”

Oggi alla Fiera l’iniziativa organizzata dal sindacato “Il voto è la nostra rivolta”. Lavoro, cittadinanza ed Europa i temi: “Per il riarmo 800 miliardi sottratti alle spese sociali che andranno a finanziare gli Usa per il 70-80%”
La Redazione

Il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini oggi a Cagliari per presentare la campagna referendaria su lavoro e cittadinanza. L’iniziativa, “Il voto è la nostra rivolta”, organizzata dal sindacato alla Fiera di Cagliari.

Tanti i temi discussi, in primis lavoro e cittadinanza: “Se dici sì al referendum vuol dire che il giorno dopo due milioni e mezzo di persone che oggi la cittadinanza non ce l’hanno ma che lavorano qui, che sono residenti qui, che pagano le tasse qui, ce l’avranno”, dichiara Landini. “Avrai quattro milioni di persone a cui è stata cancellata la tutela dell’articolo 18 perché dal 2015 in avanti non ce l’hanno più. Che di nuovo avranno la tutela contro un licenziamento ingiusto”. “Tutti quelli che lavorano in imprese con meno di 15 dipendenti, che avranno delle tutele in più che oggi non hanno – ha aggiunto – Una botta contro i contratti a termine, che oggi sono liberalizzati: con il sì al non possono più essere utilizzati in modo così diffuso e precario come avviene adesso”.

    E poi salute e sicurezza: “I morti sul lavoro, dove sono avvenuti? Nelle imprese in subappalto, in molti casi le vittime sono precari. Con quella legge succede una cosa molto precisa, che l’impresa madre, è lei che è responsabile di quello che succede lungo tutta la catena”.

 “Non si conosce ancora la data. Avremo un incontro martedì 11 con la presidenza del Consiglio e col ministro degli Interni. Abbiamo chiesto tre cose molto precise. Che il voto avvenga in modo congiunto con le amministrative. Che venga fatto un provvedimento che permetta a tutte le persone che sono fuori sede, lavoratori, studenti, di poter votare”, dichiara Landini, “E c’è un tema che riguarda anche gli italiani all’estero, stiamo parlando di 4.700.000 di persone che hanno il diritto di votare, di mettere in campo tutte le azioni utili affinché queste persone siano informate conoscano e abbiano la possibilità di votare”.

Sul tema del riarmo e del ruolo dell’Europa il segretario della Cgil si esprime così: “Non siamo d’accordo, non è il momento di spendere soldi in ulteriori armi. È il momento di spenderli per creare lavoro, per gestire i processi di cambiamento tecnologico e digitale e perché l’Europa torni ad essere quel luogo per cui è nata e cioè un luogo di pace, di sviluppo, di lavoro e di diritti. E poi la follia è che un aumento delle armi, della spesa per armi in quella direzione, va semplicemente a finanziare gli Stati Uniti, perché il 70-80% di quei soldi vuol dire andare a comprare armi negli Stati Uniti”. Continua Landini, “quegli 800 miliardi vengono sottratti alle spese sociali. Voi mi chiedevate prima cosa succeda qui a Portovesme e come si rilanciano le attività. Noi stiamo dicendo che c’è bisogno di 800 milioni all’anno per i prossimi dieci anni da investire per creare lavoro, per creare sviluppo, per qualificare le industrie, per potenziare le attività che diano un modello sociale di rispetto anche dell’ambiente – ha spiegato ancora Landini – Quindi noi siamo totalmente contrari a questa scelta, l’abbiamo dichiarato in modo molto chiaro e pensiamo che questa debba diventare una battaglia di tutto il movimento sindacale non solo italiano ma in tutta Europa. Soprattutto l’Europa deve recuperare quello che in questi anni ha fatto poco e cioè un ruolo per ricostruire la pace, per bloccare le guerre che stanno diventando una forma normale di regolazione tra gli stati e le nazioni e recuperare questa dimensione vuol dire anche ricostruire un rapporto democratico di partecipazione con le persone”.

Presente anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda che ha dichiarato: “Insieme a tante migliaia di persone ho firmato per i referendum popolari proposti dalla Cgil per un lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro. I temi del referendum sono fondamentali: assicurare i diritti è necessario e doveroso per lo sviluppo e per il pagamento delle pensioni per il domani. Votate e chiamate ogni persona al voto, perché in questo caso non si tratta di dare un voto a un partito o un aspirante sindaco/a o consigliere; si vuole dare, invece, un diritto e un’opportunità a chi c’è e a chi verrà”.

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