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Giulio Neri e il libro Area Tempestas Giulio Neri e il libro Area Tempestas

“Il protagonista mi somiglia, quel libro non esca”: bloccato il romanzo dello scrittore Giulio Neri

L’uomo a cui è liberamente ispirato il protagonista del racconto teme di averne la reputazione rovinata. E “Area Tempestas” il libro del romanziere cagliaritano, pronto per essere venduto e in rampa di lancio per la candidatura al premio Strega, viene fermato una da diffida
Chiara Sulis
Giulio Neri e il libro Area Tempestas

Un personaggio in cerca d’autore manda all’aria i piani di colui che ha deciso di dargli vita. E un romanzo pronto per essere venduto rimane bloccato dall’alt di una diffida, perché l’uomo a cui è liberamente ispirato il protagonista teme di averne la reputazione rovinata. Il personaggio in questione si chiama Furio e l’autore è il cagliaritano Giulio Neri, che pochi mesi fa stava per presentare il suo nuovo romanzo, “Area tempestas”, edito per Il Maestrale. Ma una diffida, indirizzata allo scrittore e alla casa editrice, ha mandato all’aria il progetto.

Neri non si aspettava questo epilogo per la sua storia, quando nel negozio di antiquariato in piazza del Carmine, dove lavora quando non scrive, conosce un professore universitario in pensione. La storia parte nel 2022 e tra i due, grazie alla comune attenzione per l’antiquariato, nasce un rapporto di confidenza, forse di amicizia. Il professore racconta di aver scritto le sue memorie in un diario depositato nell’Archivio diaristico nazionale (“quindi consultabile”, precisa l’autore) e propone a Neri di leggerle e rielaborarle in forma narrativa. Offre in cambio un compenso, che viene rifiutato in virtù di una “piena libertà compositiva” che mal si adatta ad una compravendita. Con un salto temporale si arriva al 5 dicembre 2024: il giorno previsto per il debutto del romanzo: “Area tempestas”, al Teatro Massimo di Cagliari. Ma la presentazione non si fa. Pochi giorni prima, il 27 novembre, l’autore e la casa editrice ricevono una diffida dagli avvocati del professore: il libro non si può pubblicare, pena un’azione legale in sede civile e penale. Tutta la macchina si ferma. Il motivo è che il professore si sente troppo esposto, pensa di essere ad un tempo riconoscibile nella sua vita professionale, accademica e privata ma, di contro, il personaggio è “spregevole, volgare, lascivo, sessista, retrivo (perfino incontinente)” e non vuole esservi associato.

Neri afferma di aver precisato sin dall’inizio che il diario avrebbe costituito solo un canovaccio: “mi era stata accordata piena libertà compositiva: era condizione imprescindibile affinché mi occupassi del diario” e che la stesura finale sarebbe stata uno stravolgimento spiazzante per lo stesso professore: “Sapeva che avevo sensibilmente accentuato nel protagonista i tratti del casanova, sembrava avere assimilato il concetto dell’elaborazione romanzesca, sembrava aver capito, che nonostante le tracce biografiche, tutta la storia con i personaggi e lo stesso protagonista avevano preso una vita propria. Perché così funziona in letteratura”. Da ultimo, come ulteriore rassicurazione, i nomi degli altri personaggi, le discipline di studio del protagonista, le località citate hanno subìto ulteriori modifiche: “Tutto in funzione di camuffamento”. E all’inizio del libro era stato posto il classico disclaimer: “questo libro è un’opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti, ambientazioni e persone, vive o morte, realmente esistenti o esistite, è puramente casuale”.

Ma, a quanto pare, non è bastato: la diffida ha comportato il ritiro dai giochi della casa editrice che ha bloccato la pubblicazione del libro. Di mezzo, però, c’è anche un’altra vita, quella dell’autore: i numerosi impegni professionali presi e poi disattesi e annullati, il danno alla sua carriera, le aspirazioni spezzate (una candidatura al premio Strega). E si chiede, Giulio Neri: se proprio era necessario, non si poteva far esplodere prima, questa bomba?

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