
Una vita dedicata all’impresa di famiglia culminata con un riconoscimento di respiro mondiale. Il “padre” del celebre marchio CFadda: “Le aziende a conduzione familiare possono competere con le multinazionali: ma è fondamentale il ricambio generazionale”.
Dal centralissimo quartiere di Stampace fino alla ribalta internazionale fra i più grandi imprenditori del settore ferramenta-bricolage: Cosimo Fadda, con compostezza e ironia, ci fornisce il vademecum dell’imprenditoria di famiglia. Parola d’ordine: armonia.
Una vita nella ferramenta fino al premio internazionale DIY Retail Legacy Award: quando è partito l’avrebbe mai detto?
Quando ho iniziato assolutamente no. È stato un premio inaspettato, importantissimo e che mi ha molto emozionato. All’evento erano presenti più di mille delegati da 53 paesi del mondo e per me, per i miei ragazzi e per i nostri collaboratori è stato un prezioso riconoscimento.
Nel 2011 con altri sette colleghi ho fondato un consorzio nazionale, Bricolife, che ho presieduto per i primi tre anni, oggi mi è succeduto mio figlio Roberto, amministratore delegato e presidente del gruppo CFadda. Ai tempi ho pensato “perché non andare oltre i confini nazionali?”, l’unione fa la forza. Così feci la richiesta per portare Bricolife e CFadda all’interno di Edra (European Home Improvement Association, ndc), un consorzio a livello mondiale, dopo qualche mese venne a trovarci il segretario generale, John Herbert. Ci conoscemmo e dopo non tanto tempo arrivò la notizia della nostra ammissione. Ogni mese riceviamo aggiornamenti su ciò che succede nel nostro campo nel mondo e una volta all’anno ci si incontra in una delle capitali, intervengono dei relatori importantissimi. L’ingresso in questo consorzio ci ha permesso di crescere e ha stimolato in noi la voglia di fare sempre di più. Ne facciamo parte dal 2013 e quest’anno è arrivata la premiazione.
Ci racconti dei suoi inizi: quando ha cominciato?
Ho cominciato a lavorare dopo aver conseguito il diploma di ragioniere ed essermi iscritto alla facoltà di Economia e Commercio, dove dopo qualche anno mi sono laureato. Lavoravo con mio fratello nel vecchio negozio di via Angioy, noi eravamo la terza generazione a guidare l’azienda di famiglia, nata nel 1880. Poi alla fine degli anni Settanta decidemmo di dividerci, non per un conflitto di interessi ma perché avevamo idee divergenti, e io nel 1982 aprii il mio primo negozio a libero servizio, fui il primo in Italia a propormi con questo tipo di attività. Col tempo i miei figli mi hanno chiesto di far parte dell’azienda e io gli ho spalancato le porte con molta gioia. Credo di essere stato un buon padre, senza che se ne accorgessero ho sempre sorvegliato per capire se un domani, cioè oggi, sarebbero stati in grado di stare al timone di questa nave. Non è una cosa semplice ma così è stato, con questa ventata di freschezza abbiamo sviluppato la nostra azienda fino ad arrivare ad avere undici negozi in Sardegna.
Le imprese a conduzione familiare riescono ancora a reggere la concorrenza delle multinazionali?
Le aziende a conduzione familiare in Italia sono tante e hanno un futuro se gestite bene. Io ho avuto la fortuna e la capacità di capire l’importanza del ricambio generazionale che per la vita delle aziende è fondamentale, ma va fatto con i giusti tempi. Capita con una certa frequenza che le aziende precipitino perché la nuova generazione non è in grado di portare avanti l’attività, ma la responsabilità è dei giovani o di chi gli ha lasciato l’incarico?
La forza della nostra azienda è racchiusa in quattro parole: umiltà, onestà, passione e armonia.
Come si resiste alle varie crisi, compresa quella legata al Covid o quella in atto per l’aumento dei costi dell’energia?
I tempi sono difficili, ma non da oggi, da almeno trent’anni. Da una quindicina d’anni a questa parte il mercato si muove in modo galoppante, però penso che si possa reggere se si sta al passo coi tempi. Lo spazio per il futuro ci sarà sempre per le aziende che si impegnano a migliorare e capire come bisogna muoversi, anche se il modo di gestire cambierà in continuazione.