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Non solo market, dalla colazione allo spritz prezzi d’oro a Cagliari

Sfizi? Ridotti al lumicino, e c’è spazio pure per la rabbia di dover restare chiusi in casa perchè uscire, anche solo tutti i weekend, significa quasi dissanguarsi. “Si rinuncia pure a una pizza”, dice Simone Girau dell’Adiconsum, “non parliamo di locali o ristoranti”. E c’è da piangere pensando al carrello della spesa: tutti i numeri.
La Redazione

Prezzi d’oro ovunque a Cagliari. C’è un detto, non più così tanto veritiero, recitava: “Non ci sono abbastanza soldi per cenare fuori? Si mangia a casa”. Forse sino a 10-15 anni il discorso non faceva nemmeno mezza piega ma, poi, è stato totalmente o quasi distrutta da una sola parola: carovita. Impossibile, o quasi, trovare una tazzina di caffè a meno di 1,30 euro. Cappuccino? C’è chi lo vende a 1,80 e chi anche a due euro tondi. Stessa cifra per un bicchiere di latte, freddo o caldo non fa differenza. E le paste? Raro, rarissimo trovarle a meno di un euro e cinquanta, per chi sceglie il ripieno al cioccolato di conchiglie, cannoncini o croissant c’è spesso un sovraprezzo di venti centesimi. Insomma, solo per la colazione volano oltre 3 euro. E nei giorni lavorativi, a turno concluso, uno spritz non è più così conveniente: accompagnato da un mini tagliere servono non meno di 8-10 a testa. Sono lontani i tempi dell’accoppiata Aperol o Campari più qualche stuzzichino a cinque euro. Prezzi proibitivi nei supermercati – dal pane a 4,50 euro al chilo al caffè che, offerte a parte, non si trova più a meno di dieci euro. E ci si ferma al settore cibo: andando a squadernare gli ultimi numeri sui reparti “casa” o “arredi” ci si trova davanti a un bagno di sangue.

I prezzi a Cagliari? In netta risalita

“C’è tristezza, ma anche un malcontento sempre più diffuso. Soprattutto nell’ultimo anno l’inflazione ha aggredito pesantemente le tasche dei cagliaritani”, osserva Simone Girau, alla guida di Adicosum Cagliari. “In città si rinuncia sempre di più a mangiare una piazza fuori, non parliamo dei ristoranti. E poi bisogna fare i conti con un carello della spesa che, rispetto a dodici mesi fa, è vuoto per metà ma, in parallelo, lo scontrino è sempre più lungo”. Cosa si può fare? Niente, se non attendere tempi migliori. Ma è difficile, soprattutto dopo che si notano “offerte” che sembrano rasentare l’assurdo. Qualche esempio? Quattro mozzarelle a 3 euro, un chilo di caffè a 12,50, un litro di latte raramente sotto l’euro e rosette, sfilatini o ciabatte a 5 euro al chilo. E sono tutti prodotti made in Sardegna, dunque non può reggere nemmeno la “scusa” della spesa extra per il trasporto da fuori regione.

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