La Corte costituzionale boccia le indennità dei consiglieri delle città metropolitane della Sardegna. La Consulta ha infatti dichiarato illegittimi due commi, 1 e 2, dell’articolo 3 della legge regionale numero 17 del 2023, che aveva introdotto questi emolumenti. Il ricorso era stato presentato dal governo che aveva contestato l’aumento della spesa a carico del bilancio regionale e il contrasto con le previsioni della legge nazionale che impongono la gratuità dell’incarico. La Corte ha accolto le censure del Cdm, ribadendo – in linea con la propria pregressa giurisprudenza – che “la gratuità delle funzioni rimesse agli amministratori della città metropolitana costituisce un principio fondamentale di coordinamento della finanza pubblica, che la legge dello Stato ha stabilito per preservare l’equilibrio economico-finanziario delle amministrazioni pubbliche e che, per ragioni volte a garantire l’unità economica della Repubblica, vincola anche le Regioni a statuto speciale, come la Sardegna”.
Nella stessa sentenza, pubblicata oggi, la Consulta ha invece rigettato la questione, sempre sulla stessa legge che prevede borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione per l’area sanitaria non medica. In questo caso la Corte ha affermato “che il mancato finanziamento, a livello statale, delle scuole di specializzazione si risolve in una regola dettata da una particolare contingenza, non espressiva di alcuna ‘scelta di fondo’ sistematicamente e coerentemente perseguita, la quale non può precludere alle Regioni di intervenire a regime e con proprie risorse, nell’ambito delle competenze ad esse costituzionalmente attribuite”.