Carrefour comprata per un miliardo di euro da New Princes, rivoluzione anche in Sardegna. Tra tre anni il marchio francese lascerà spazio a quello, italiano e colorato di rosso, di GS. Il perchè? Fa parte dell’accordo. Cambia nuovamente la geografia commerciale dei supermercati della Sardegna. Anni fa l’addio dell’altro colosso transalpino, Auchan, in favore di Conad, adesso è il turno di Carrefour, presente in Sardegna con 3 grossi punti vendita più altri, anche piccoli o in franchising. Immediatamente , i fari si sono già accesi sui 400 lavoratori delle strutture principali, proprio per la maxi vendita da un miliardo.
Carrefour comprata da New Princes, cosa cambia in sintesi in Sardegna
“Carrefour ha annunciato ufficialmente la cessione delle attività italiane al fondo New Princes Group, segnando di fatto l’uscita definitiva del colosso francese dalla grande distribuzione in Italia. Una scelta che pesa come un macigno su migliaia di famiglie: ventimila lavoratrici e lavoratori, tra diretti e coinvolti nella rete in franchising e negli appalti”, osserva Cristiano Ardau della UilTucs Sardegna.
“In gioco c’è un pezzo importante del tessuto economico e occupazionale del Paese: Carrefour è presente da decenni con ipermercati, supermercati, negozi locali e logistica. A Quartu Sant’Elena opera dal 1996, con l’apertura dell’ipermercato a novembre dello stesso anno. In Sardegna l’iper di San Sperate e Sassari per 400 dipendenti totali”, prosegue Ardau.
“La sua uscita solleva interrogativi gravi”, però. Ecco quali:
La tenuta del settore della grande distribuzione organizzata in un contesto di rincari, concentrazioni e crisi dei consumi
Le strategie business di chi compra e vende
La fragilità di franchising e appalti, dove si annidano discontinuità contrattuali e dumping salariale.
“Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILtucs hanno chiesto con urgenza la convocazione al MIMIT, con la presenza dei nuovi compratori.
È necessario un tavolo di confronto con il nuovo acquirente e con il Governo.
Serve trasparenza, però:
Qual è il piano industriale?
Quali garanzie sull’occupazione, sulla tenuta della rete, sui diritti e sulla contrattazione?
Grave che, nell’ultimo incontro con Carrefour, il board nazionale non abbia fornito alcuna risposta alle pressanti richieste dei sindacati.
Arrivarono in Italia con grandi proclami, lasciano il Paese con un peccato grave.
La priorità è una sola: salvaguardare tutti i posti di lavoro, in tutte le sedi, in ogni forma contrattuale, dal dipendente diretto al lavoratore in appalto.
Il passaggio di proprietà non può tradursi in licenziamenti mascherati, tagli unilaterali o chiusure di punti vendita.
Difendere Carrefour oggi significa difendere l’intero settore della distribuzione organizzata, che in Italia impiega centinaia di migliaia di persone, spesso con salari bassi, turni massacranti e scarse tutele.
Le lavoratrici e i lavoratori non sono numeri in un bilancio: sono persone, professionisti, padri e madri.
La mobilitazione è pronta.
Il confronto deve partire subito.
Il lavoro vale tutto, più di una fredda voce nei conti di un’azienda”.