Dagli storici empori dove dentro riesci anche a trovare, se ti impegni, la lampada di Aladino, sino a birrerie dove sbevazzare in allegria una 0,40, dagli uffici ai tentativi di nuove attività morti sul nascere, o quasi. Benvenuti nel nuovo viale Trieste a Cagliari, ribattezzato “triste” dalla maggior parte degli abitanti e dai commercianti, ormai sempre più rari. La grande fuga è iniziata, bastano pochi mesi di flessione degli incassi per alzare bandiera bianca e sperare che arrivi qualcuno a rilevare il negozio. C’è in vendita uno storico pub, “ben tenuto”, prezzo 110mila euro in una zona di “movida”. Quando c’è, cioè quasi mai.
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C’è chi chiede tra i 250mila e i trecentomila euro per vendere un ristorante tutto nuovo, con oltre 200 metri quadri di spazio: “In una zona nevralgica della città”. Su questo ben poco da dire, visto il caos traffico che ha creato il viale Trieste a Cagliari ristretto. In pochi ormai resistono, tra ultrasettantenni che vendono dolciumi e negozianti prossimi alla pensione dopo aver smerciato, finchè possibile, alcolici, tappeti o articoli da ferramenta. Centomila euro bastano per accaparrarsi 100 metri quadri con spazio soppalcabile “per uso uffici”. Il tutto “in una strada che si è rifatta il look”. Meglio, alla quale è stato rifatto il look. E, commercialmente, è un disastro.
La Confcommercio: “Nuovo viale Trieste inadatto al commercio, tanti andranno sempre di più nei centri commerciali”
“La strada così come è stata ristrutturata non è funzionale al passaggio delle persone, viale Trieste è sempre stato pieno di negozi nei quali si andava prevalentemente in auto”, ricorda, mestamente, Giuseppe Scura, direttore generale di Confcommercio Sud Sardegna, tra le massime e affidabili “autorità” quando si parla di commercio nell’Isola. “La strada sarà anche bella architettonicamente parlando, ma non funzionalmente. Il rischio è che, pian piano, da un lato pedonalizziamo e dall’altro espelliamo da Cagliari sempre più attività commerciali tipiche dei centri urbani”.
“Tutta Cagliari così si impoverisce”, ammonisce Scura, “e i residenti che invecchiano e che possono usare solo l’auto per fruire dei servizi di base andranno anche loro nei grossi centri commerciali dove non manca nulla, a partire dai parcheggi. Questo del nuovo viale più stretto e con pochi spazi per macchine è stato un assist, sicuramente non voluto ma fatto, ai centri commerciali e alla grande distribuzione. Per le prossime scelte simili, invito il Comune e gli altri enti coinvolti a dialogare di più con noi, magari fare qualche buon vecchio tavolo di concertazione”.