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A Cagliari pronto soccorso nel caos: “Ore di attesa al sole senza barelle e col personale all’osso”

Cartoline choc dall’estate 2025 della sanità sarda. Santissima Trinità impantanato, non va meglio a Brotzu e Policlinico
Paolo Rapeanu

Caos pieno nei pronto soccorso di Cagliari: mare di codici rossi, barelle e personale all’osso anche per i primi “giri ferie” estivi. Risultato? Si suda sotto il sole, immersi nelle divise arancioni, aspettando di essere chiamati dagli addetti ai pronto soccorso per sbarellare il malato di turno e ritornare sul territorio a bordo delle ambulanze. C’è la fila al Santissima Trinità, con 35 persone in attesa di essere visitate. Un operatore racconta: “Da sei ore attendiamo di sbarellare un’ultranovantenne con seri problemi respiratori. Non è tanto il fatto delle poche barelle e personale, queste carenze sono conseguenze di un errore al vertice”, si sfoga il soccorrritore. Quale errore? “Se sai di non poter ‘ospitare’ più di un certo tot di malati gravi, appena raggiungi la cifra devi comunicarlo alla centrale operativa. Ecco, questo non succede mai”. Da qui il caos a cascata nei piazzali esterni.

Cagliari, pronto soccorso nel caos

Non va meglio al Brotzu e, scavallando la Statale 554, al Policlinico di Monserrato. Anche lì lunghe attese. Il “metodo Bartolazzi”, qualunque sia, non sta funzionando. L’assessore regionale della Sanità che si autoproclamò “Rombo di Tuono” non è ancora riuscito a trovare la risposta adatta ai problemi, “eterni”, della sanità della Sardegna.

E, se le polemiche sono quasi quotidiane, diventano roventi con 40 gradi all’ombra. “Avevano promesso migliorie e più risorse per farci operare al meglio”, chiosa il soccorritore, addentando un panino al prosciutto cotto acquistato nel market davanti al Santissima Trinità. “Almeno non ci possono negare il cibo, anche perchè lo acquistiamo coi nostri soldi”.

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