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Cagliari, piazza Yenne blindata per Enrico Rizzi: “Siamo nel 2025, basta maltrattare e uccidere animali”

Il famoso attivista incontra i suoi simpatizzanti, grosso cordone di sicurezza dopo le minacce ricevute. Rizzi torna ad attaccare sulle tradizioni sarde: “I cammelli stanno bene nel deserto, le pecore non sopra le auto a ballare, è roba da trogloditi. La presidente Todde non ha preso nessuna posizione, i cittadini devono sapere se è favorevole o contraria”. VIDEO
Gianmarco Cossu

Enrico Rizzi parla a Cagliari in una piazza Yenne blindata, dopo le minacce sui social ricevute dall’attivista per i diritti degli animali negli ultimi giorni. Accolto da circa 200 persone, tra le quali semplici cittadini e rappresentanti e iscritti a varie associazioni “pro animali”, Rizzi si è intrattenuto un’oretta continuando a denunciare tutti quelli che rientrerebbero nel campo degli abusi sugli animali. Eventuali contestatori, alla fine, hanno preferito restarsene alla larga dalla piazza. 2Zero contestazioni. Un minuto di silenzio per Normi Fiorillo. “Grazie di essere qui. Siete la parte più bella della Sardegna, terra bellissima fatta di gente per bene. Non vu siete fatti intimorire da quattro vigliacchi da tastiera. Grazie di essere dalla parte degli animali”, così ha esordito Rizzi, tra abbracci e selfie ricordo. Poi, come prevedibile, il riferimento ai Carnevali di Sedilo e Ovodda: “Il cammello è un animale che deve stare nel deserto. Uno schifo una festa con i cadaveri degli animali sui carri e, per di più, coinvolgendo i bambini. Ma che educazione si dà? Questa è pura violenza e ci stupiamo che il ragazzino prenda a calci la compagna. Soffriamo tutti allo stesso modo”.

E sulle minacce: “Wono solo imbecilli. Io però posso difendermi e gli animali no. “Vi chiedo di battervi perché questo non accada più. Gli animali sono qui con me e non per me”, invitando la gente a una scelta vegetariana o vegana. “Oggi in Italia ci sono già milioni e vegani a1 milioni. Probabilmente il mondo sta cambiando, la gente sta aprendo gli occhi. Le tradizioni sarde, finite addirittura in Parlamento, sono state snobbate dai vertici della Regione sarda: “Dispiace che la vostra presidente della Regione Todde, ad oggi, non abbia speso mezza parola. Almeno prendere posizione nel rispetto del popolo sardo. I cittadini devono saperlo”.

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