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Cagliari, il Brotzu in coma: “Reparti ko e decine di malati accampati nei corridoi”

Tutto confermato, dopo i dati choc pubblicati in anteprima da Cagliari News arriva un’ulteriore conferma sullo sbando che regna in tutto il più grosso ospedale sardo. La certifica il segretario territoriale Uil, Attilio Carta: “La Regione si metta le mani in tasca, deve garantire più fondi per i lavoratori sanitari”
La Redazione

La conferma dello stato comatoso del Brotzu, a due giorni dalla pubblicazione, in esclusiva sul nostro giornale, delle foto sei pazienti ammassati nelle corsie e dei numeri da capogiro legati al sovraffollamento, arriva una conferma dal segretario territoriale dell’Area Vasta della Uil, Attilio Carta. Ha scritto una missiva al calor bianco ai lavoratori dell’ospedale e ai vertici della politica regionale sarda. Eccola.

“Coma totale per arresto cardiaco. Disastro, questo, da tempo denunciato dalla Uil-Fpl, ma purtroppo rimasto sempre inascoltato da tutte le autorità competenti: presidenza, assessorato, commissione sanità e non solo. Quindi ci pare persino inutile riferirci ancora a questi soggetti competenti, del tutto dormienti. Motivi per cui ora è necessario rivolgersi direttamente ai cittadini e ai lavoratori, per loro doverosa informazione. Al Brotzu oramai assistiamo attoniti a una palese disfatta di Caporetto, quale nefasto epilogo di un disastro piuttosto prevedibile e da tempo costantemente denunciato, sino alla nausea, dal sindacato. Quindi non è più una novità ma una tristissima conferma! Siamo infatti sull’orlo di un imminente pauroso calo della potenzialità assistenziale, per fortuna ancora faticosamente tenuta in piedi, ma non si sa per quanto, dagli splendidi operatori ancora presenti, anche se in numero vergognosamente sempre più esiguo per effetto anche dell’inarrestabile esodo biblico di eccellenti professionisti, nell’ultimo decennio, e mai rimpiazzati. Quindi di sanità non è più tempo di parlarne solamente, con altisonanti annunci e spot elettorali, ma è ora che chi di competenza agisca con somma urgenza perché è ora che ognuno faccia la sua parte per arrestare questo nefasto epilogo, anche nell’ultimo baluardo della sanità pubblica isolana”.

“Invece la politica è palesemente dormiente. Agli operatori e ai cittadini non interessa l’eterna nuova legge sanitaria regionale, salvo l’inderogabile riordino di tutto il Sistema Territoriale anch’esso in perenne emergenza organizzativa, ma pretendevano che da subito ci si impegnasse con tutte le forze e risorse possibili per invertirne la rotta, facendo funzionare al meglio l’attuale sistema. Anche gli ultimi accadimenti dimostrano che i presídi sanitari pubblici”, attacca Attilio Carta, “che garantiscono tutto e a tutti, sono sull’orlo di un pericolosissimo stress psicologico e lavorativo, a limite di un’implosione di tutto il sistema sanitario attuale. Questa è la situazione che, per le forti incessanti difficoltà, ha spinto anche la direzione aziendale a rivolgersi, coi canali istituzionali, per l’ennesima volta all’assessore e alla commissione competenti. Il quadro da Caporetto che quotidianamente attanaglia l’ospedale si può così sintetizzare: Abbiamo tutti i reparti in sovraffollamento, solo in ognuna delle 2 medicine ci sono 16/17 pazienti in più rispetto ai posti letto. Cioè anziché 38 in ciascuna medicina ne abbiamo mediamente 55. Ciò comporta che non ci sono più i posti letto disponibili, coi pazienti situati addirittura nell’andito. Gli altri reparti sono all’incirca nella stessa situazione, con gli operatori palesemente stremati da questa situazione che vede anche i pazienti protestare energicamente, oramai, persino con la dirigenza aziendale”.

“Parrebbe che anche le altre aziende, Santissima Trinità e Aou, non stiano vivendo momenti migliori. Ma l’Arnas, in virtù dell’alta specialità per mission, deve garantire le urgenze e le emergenze per tutta la Sardegna. Ebbene, è palese che se non si affrontano questi problemi a livello regionale l’Arnas rischia un’imminente inadeguatezza assistenziale nei confronti di tutti i pazienti sardi in quanto gli operatori non sono in numero adeguato, per il sovraccarico lavorativo col verosimile incremento anche dei rischi medico legali, sempre in agguato. É del tutto evidente che ciò contribuisca a non rendere il Brotzu più appetibile perché, senza tregua, si lavora tanto e si è i meno pagati e più bistrattati dei loro colleghi delle altre aziende, non manca anche le cronica gestione, prevalentemente autoritaria e senza la minima condivisione. Un quadro dai tratti quasi borbonici. É altrettanto incompressibile che quando nel territorio, con la motivazione che gli operatori siano pochi, si chiudono tranquillamente i reparti, perché si sa che c’è Arnas che garantisce sempre tutto a tutti, la politica si accanisca solo col Brotzu. É una pratica che andrebbe interrotta immediatamente. Ma va altresì doverosamente evidenziato che questo quadro disastroso è frutto della palese inerzia politica, per cui la responsabilità non può più ricadere tutta sulla gestione aziendale, anche se, in tante occasioni, ci ha messo del suo. Però a fronte di tutto questo indecente contesto lavorativo gli operatori del Brotzu, particolarmente tutti quelli dell’assistenza, continuano ad essere i meno pagati della Sardegna. Tutto ciò otre che professionalmente disumano e a tratti persino quasi immorale. A un anno circa dalle elezioni ci si aspettava che la Regione affrontasse subito le innumerevoli criticità provvedendo con somma urgenza ad attivare un piano straordinario di assunzioni, perequare la vergognosa ingiustizia della incongruità stipendiale degli operatori di Arnas, fare interventi immediati ed efficaci per azzerare le chilometriche liste d’attesa, al fine anche di contrastare in modo efficace i numerosi vergognosi viaggi della speranza. Nulla di tutto questo è stato fatto, se non labili ed inefficaci iniziative! Ma si sa però che le nozze non si possono fare coi fischi secchi. Quindi la Regione metta le mani in tasca e investa adeguatamente sulla sanità, per garantire che l’assistenza resti sempre costituzionalmente universale e non, per i più deboli, una irraggiungibile chimera. In ultimo si chiede che, con somma urgenza, vengano messe in campo tutte le strategie per porre fine a quest’indecente situazione. In difetto di adeguati interventi la Uil-Fpl, sin d’ora, si attiverà con ogni iniziativa sindacale possibile, compresa la proclamazione dello sciopero, con preventiva mobilitazione di tutto il personale”.

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