“Un incontro importante, un grazie di cuore. Oggi abbiamo avuto l’onore di incontrare il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda , una persona di grande sensibilità e attenzione”. Così i parenti di Manuela Murgia, la sedicenne morta il 4 febbraio 1995 in un canyon di Tuvixeddu, con tanto di indagini riaperte dopo una battaglia, ancora in corso, portata avanti in prima battuta dalle due sorelle e dal fratello della Murgia. Un incontro, quello a palazzo Bacaredda, durato mezz’ora, durante il quale il primo cittadino ha ascoltato con attenzione quanto da sempre sostenuto dai familiari della giovanissima: “La nostra Manuela è stata uccisa, non si è suicidata. Vogliamo giustizia vera”, questo l’appello rilanciato anche al primo cittadino.
“Vogliamo ringraziarlo sinceramente per la sua ospitalità, per la gentilezza con cui ci ha accolti e per il tempo prezioso che ci ha dedicato. Un ringraziamento speciale anche per la vicinanza dimostrata a nostra sorella Manuela Murgia e alla sua storia, che merita ascolto, rispetto e impegno. Sapere di poter contare su un’istituzione attenta e umana ci dà fiducia e speranza per tutto ciò che ne conseguirà. Grazie, Massimo Zedda, per averci ascoltato con il cuore”. A incontro terminato, i parenti della sedicenne aggiungono che “ci ha promesso che cercherà di presenziare alla fiaccolata del prossimo 11 aprile e che, se non dovesse farcela per via di impegni istituzionali, manderà un suo delegato. A prescindere, ci ha detto di essere vicino alla nostra battaglia”. E non è sicuramente poco, visto che si tratta del primo cittadino di Cagliari.