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Cagliari, dilaga la povertà: “Anche papà separati accampati o in auto nei rioni chic”

Non solo più sotto i portici di via Roma o nella zona del porto. Uomini, e anche donne, vengono aiutati ogni notte dai volontari anche in quartieri centrali e residenziali. Roberto Carrus degli “Angeli della Strada Sardegna”: “Via Milano, via Messina, nella zona attorno a piazza Giovanni XXIII. C’è addirittura un 50enne che abita, in una macchina sgangherata, davanti a quella che era la sua casa dalla quale è stato sfrattato”
La Redazione

L’elenco si è allungato rispetto a un anno fa: più strade, nuove parole per ricordarsi delle necessità di ogni disperato, “c’è chi ha il diabete, chi soffre di calcoli biliari, chi non può mangiare determinati cibi perchè rischia un’intossicazione” e nuovi volti, soprattutto. Volti di poveri, a Cagliari, nelle notti, tutte al cardiopalma, dei volontari. Sanno che se arrivano da un senzatetto alle 22 per due o tre volte consecutive, allora lui segnerà quell’orario e inizierà a preoccuparsi in caso di ritardo: “Riusciamo a tenere il ritmo e tenere botta grazie all’aiuto anche del Comune. Come realtà associata alla Caritas”, ricorda Roberto Carrus, presidente degli “Angeli della strada Sardegna”, onlus in attività da diversi anni in tutto il Cagliaritano, “abbiamo gli aiuti necessari per aiutare chi soffre, i cosiddetti ultimi”. E lo stesso Carrus si è accorto che, ormai, la geografia della povertà si è estesa: “Abbiamo aiuti da garantire ogni giorno anche in via Messina, in via Milano, o attorno a piazza Giovanni XXIII”. Non certamente via Roma o il porto, anzi, ma rioni prettamente chic, quelli dove dopo le 22 raramente vola più di una mosca. Ed è lì, in quel silenzio surreale, che chi può accumula coperte per l’inverno dentro tutto ciò che gli è rimasto, cioè la propria auto, o in alloggi e accampamenti di fortuna. La priorità? Sperare di fare almeno due pasti al giorno.

“Per quelli notturni garantiamo noi, per gli altri c’è la mensa Caritas. Purtroppo, è capitato un caso assurdo di un giovane padre straniero che lavora nei campi e, con quel poco che gli danno, non può certo arrivare a fine mese. Purtroppo fa sempre turni che lo escludono dalla possibilità di usufruire della mensa”. Ognuno ha la propria storia di disperazione: “C’è chi è separato, o anche separata. Negli ultimi mesi il Comune è riuscito a convincere 4 donne ad accettare un tetto, seppur temporaneamente, pur di non restare in strada. Nella zona di Pirri, poi, ci prendiamo cura di un cinquantenne, appassionato di musica, al quale è rimasta solo la sua automobile”. La beffa? “È il suo unico rifugio ed è parcheggiata proprio sul lato opposto della casa nella quale, sino a qualche anno fa, conduceva una vita normale. Poi, da quanto ci ha raccontato”, precisa Carrus, “ha dovuto restituirla e si messo in mezzo anche il figlio che, anzichè aiutarlo, avrebbe premuto per il suo allontanamento”.

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