In un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni e conflitti armati, Cagliari si distingue come una delle città italiane più inclini al pacifismo.
Cagliari tra le città più pacifiste d’Italia.È quanto emerge da una recente ricerca condotta da Changes Unipol in collaborazione con Ipsos, che ha sondato le opinioni dei cittadini del capoluogo sardo su guerra, diplomazia, conflitti in corso e difesa nazionale.
Secondo i dati, il 46% dei cagliaritani si dichiara pacifista “a prescindere”, mentre il 42% adotta un approccio pragmatico, valutando caso per caso. Solo il 5% sostiene posizioni apertamente interventiste, mentre il 7% preferisce non pronunciarsi.
Il messaggio che arriva da Cagliari è chiaro: la diplomazia deve prevalere sulle armi. Il 93% degli intervistati è convinto che i conflitti debbano essere risolti attraverso il dialogo e la mediazione. Il 60% si dice favorevole anche all’intervento di Paesi terzi nei processi negoziali, mentre il 33% ritiene che il confronto debba avvenire solo tra le parti direttamente coinvolte. Solo una ristretta minoranza (7%) auspica una vittoria sul campo.
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Nucleare e allargamento dei conflitti le principali preoccupazioni
I due teatri di guerra che più turbano i cittadini cagliaritani sono il conflitto russo-ucraino (79%) e quello israelo-palestinese (74%). Preoccupazioni che superano anche la media nazionale, soprattutto per quanto riguarda il rischio dell’uso di armi nucleari, indicato come minaccia primaria dal 47% degli intervistati (contro il 38% a livello italiano). Seguono il timore per l’allargamento del conflitto ai Paesi limitrofi (32%) e le conseguenze umanitarie (31%).
Sul fronte Ucraina, Cagliari, tra le città più pacifiste d’Italia, è tra le città italiane più critiche rispetto all’invio di truppe europee: il 55% si oppone a questa eventualità. Divise, invece, le opinioni sull’ipotetico ruolo di Donald Trump come mediatore nel conflitto: per il 27% potrebbe contribuire a una soluzione, mentre per il 22% ne comprometterebbe le possibilità. Il 28% ritiene che non cambierebbe nulla.
No alla leva obbligatoria
A confermare la vocazione pacifista della città è anche l’opposizione al ripristino della leva militare obbligatoria, giudicata negativamente dal 61% dei cittadini, la percentuale più alta tra le città italiane coinvolte nell’indagine.