Una mamma single cerca una casa per lei e la figlia, studentessa al primo anno di liceo: contratto di affitto scaduto a Selargius, la prima ricerca è su Cagliari: zero, niente, vuoto assoluto. Stesso discorso per una hostess di una compagnia low cost: cerca un tetto a tempo indeterminato, Cagliari come base per raggiungere in pochi minuti l’aeroporto di Elmas sarebbe l’ideale, invece le viene proposto un bilocale a Capitana, cioè nel litorale di Quartu, con richiesta mensile di circa ottocento euro. Sono solo due tra le tantissime storie, vere, che si trovano spulciando Facebook e gli altri social di punta: onesti lavoratori o stimate famiglie cercano un alloggio, il tetto c’è solo per i turisti. Sì agli alloggi brevi e pagati a peso d’oro, no a quelli durata che, nell’immaginario spesso sin troppo influenzato dai tanti fatti di cronaca nera, porta il padrone di un appartamento a non volere affidare a chi intende mettere radici.
Le offerte sono pochissime e decisamente care: 1100 euro per un trivano, anche 850 per un bivano in pieno centro storico in un pazzo senza ascensore, al terzo piano. Per chi deve fare pochi giorni di vacanza a Cagliari non è certo un problema insormontabile macinare scalini: di sicuro, però, anche un impiegato o una famiglia con due buste paga sicure non si metterebbero chissà quali problemi a fare anche sei o dieci rampe pur di non andare a cercare un alloggio nel profondo, vasto e ancora troppo scollegato cuore dell’hinterland cagliaritano.