E’ morto a Cagliari l’imprenditore Niki Grauso.
È morto oggi a Cagliari, sua città natale, Nicola Grauso, Niki per gli amici, uno dei protagonisti più audaci e dell’editoria e della comunicazione italiana. Nato nell’aprile del 1949, laureato in Giurisprudenza, Grauso è stato il fondatore di Radiolina e Videolina, oltre che artefice della modernizzazione del quotidiano “L’Unione Sarda”. Un uomo dalle idee chiare, anticipatore di tendenze, talvolta divisivo, ma sempre mosso da una visione che ha inciso profondamente sulla società sarda e non solo.
L’alba della libertà d’antenna
L’avventura imprenditoriale di Grauso inizia nel 1975 con Radiolina, la prima radio privata sarda e una delle prime in Italia. Partita da un piccolo appartamento di Quartu Sant’Elena con un trasmettitore militare di fortuna, Radiolina fu la voce libera di un’isola ancora legata al monopolio RAI. Accusata inizialmente di “pirateria”, Radiolina contribuì a una storica sentenza che aprì la strada alla liberalizzazione dell’etere in ambito locale. Solo pochi mesi dopo, lo stesso Grauso fondò Videolina, la prima emittente televisiva privata in Sardegna, che negli anni avrebbe raggiunto oltre l’80% del territorio isolano.
L’era de L’Unione Sarda
Nel 1985, Grauso compie un passo decisivo acquistando “L’Unione Sarda”, il principale quotidiano dell’isola. Inizia una rivoluzione: dalla linotype al computer, dalla stampa a piombo alla produzione telematica. L’investimento massiccio culmina con la creazione del più moderno centro stampa del Mediterraneo, capace di stampare quotidiani nazionali come Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport. Nel 1994, il giornale entra nella storia diventando il primo quotidiano europeo disponibile online, secondo nel mondo solo al Boston Globe.
Un imprenditore globale
Nel 1991 Grauso supera i confini italiani investendo nella Polonia post-comunista. Acquista il quotidiano Zycie Warszawy e fonda Polonia 1, una rete televisiva nazionale che rivoluzionò il panorama mediatico del paese. Nonostante il successo iniziale e l’appoggio di Lech Wałęsa, l’avventura si scontrò con le nuove leggi sull’emittenza, e nel 1996 Grauso cedette le sue attività polacche.
Precursore del digitale
Visionario, Grauso fu anche pioniere dell’internet italiano. Con Video On Line, creò il primo provider nazionale diffuso capillarmente in Italia. L’avventura, troppo avanzata per i tempi e economicamente gravosa, si concluse nel 1996 con la vendita a Telecom Italia, che ne sfruttò la tecnologia per dar vita a Tin.it.
L’impegno politico e il caso Silvia Melis
Nel 1997 fonda il Nuovo Movimento, con cui si candida a sindaco di Cagliari (ottenendo il 14,47%) e successivamente entra nel Consiglio Regionale. La sua attività politica si intreccia a un periodo turbolento: è al centro del caso Silvia Melis, sostenendo di aver pagato il riscatto per la sua liberazione, versione smentita dalla magistratura. Le polemiche con i giudici si fanno roventi dopo il suicidio del magistrato Luigi Lombardini, coinvolto nell’inchiesta. Le vicende giudiziarie lo costringono infine a cedere il suo impero editoriale a Sergio Zuncheddu.
L’eredità
Nicola Grauso è stato una figura complessa: imprenditore geniale, innovatore instancabile, ma anche uomo di battaglie feroci e rovesci clamorosi. Ha saputo portare la Sardegna nell’era della modernità, spesso anticipando i tempi, e lasciando un’impronta indelebile nella storia dei media italiani.