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Boom di turisti a maggio nel sud Sardegna: “Hotel quasi tutti aperti ma è difficilissimo trovare personale”

Invasione di vacanzieri già iniziata, i tristi periodi del Covid sono lontanissimi. Fausto Mura, leader degli albergatori: “La novità sono gli americani, poi sempre tedeschi, francesi, spagnoli e svizzeri”. In un’Isola sempre meno popolata, però, cambia anche il mondo del lavoro: “Tra pochi anni i camerieri e i cuochi saranno indiani, egiziani e marocchini. Parlano 2-3 lingue e sono specializzati, in Sardegna i giovani sono sempre meno”
La Redazione

La notizia buona è che il turismo, grazie soprattutto all’appeal naturale che ha la Sardegna, ha ripreso a macinare numeri più che buoni dopo gli anni nerissimi del Covid. Quella cattiva, invece, è che in un’Isola sempre più spopolata, presto la forza lavoro arriverà da oltremare. A spiegarlo, dati alla mano, è il presidente di Federalberghi Sud Sardegna, Fausto Mura: “Rispetto all’anno scorso abbiamo la novità, in parte, dei turisti americani. Poi, reggono i classici tedeschi, inglesi, francesi, svizzeri e notiamo un aumento degli spagnoli. Le strutture sono quasi tutte aperte”, afferma Mura, “discorso diverso per i villaggi turistici che attendono ancora che vengano chiusi i classici pacchetti legati al soggiorno dei vacanzieri”. Numeri in rialzo, quindi: “Sì, è così da Pasqua, quest’anno è stata ‘alta’ e molto vicina al 25 aprile al primo maggio. Chi se l’è potuto permettere ha sfruttato vari ponti anche per viaggiare”. Poi, però, ecco le note dolenti.

Se, infatti, ci sono varie incertezze legate alle guerre, “dall’Ucraina sino al Mar Rosso e al Medioriente, comportano spostamenti che spesso non possiamo governare”, Mura è netto: “È sempre più difficile trovare personale esperto, cioè chi sa davvero lavorare come cameriere, cuoco o receptionist in un albergo”. Colpa di chi? “Non di chi, ma di cosa: la Sardegna si sta spopolando e ci sono sempre meno giovani. Gli albergatori già aperti, quasi tutti nella nostra regione, hanno trovato personale adatto ma, in futuro, assumeremo stranieri. Parlo di indiani, egiziani, marocchini e chi vive nella costa sud del Mediterraneo”. Cioè il Nordafrica: “Qui non abbiamo più giovani, mancano proprio numericamente. Chi arriva da fuori parla almeno 2-3 lingue e ha tutte le conoscenze per svolgere lavori qualificati, sa trattare con la clientela internazionale. E poi, in tutto ciò ci ha dato una mano il Governo con la normativa che consente di prendere personale straniero stagionale in piena regola. Ogni curriculum e richiesta di lavoro dovrà essere vagliata prima dall’ambasciata e poi dal ministero dell’Interno”, aggiunge Mura, “solo così in Sardegna arriveranno lavoratori tranquilli, puliti e, ci auguriamo, con voglia di lavorare. Ormai gli stranieri ci servono, basti pensare al mondo dell’agricoltura: senza di loro le vendemmie o le raccolte delle verdure andrebbero a ramengo”.

Nella sua lunga relazione Atzori, affiancato da Valeria Picciau e Gimmi Uda, ha anche affrontato altre tematiche, tutte unite col mastice da quella che è la necessità di far migliorare le condizioni di vita sul territorio: con passaggi sul rilancio del porto canale di Cagliari e sull’Autorità di Sistema portuale del mare di Sardegna (“perplesso che la guida possa andare a un candidato non sardo, siamo pienamente convinti che nella nostra regione siano presenti esperti preparati e capaci per assumere questo ruolo”), sul futuro dell’aeroporto (“bene integrazione tra scali, no ad una privatizzazione che taglia fuori la parte pubblica da ogni processo decisionale”), sulle note dolentissime che riguardano la sanità e, in particolare la questione delle sale operatorie del Businco (“il trasferimento al Brotzu e tempi lunghi per l’esecuzione dei lavori hanno generato tensioni che meritano di essere tenute in grande considerazione”).

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