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Bollette carissime e prezzi del cibo alle stelle: povertà in aumento a Cagliari

La crescita della spesa per i beni di prima necessità ha eroso il potere d’acquisto dei cagliaritani, riducendo il reddito in termini reali, in particolare sui consumi di beni alimentari e sulle spese per le utenze e l’abitazione. Crollano gli stipendi, soprattutto quelli delle donne
La Redazione
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Strozzati da bollette e dal rincaro sei prezzi. E’ aumentata la povertà in Sardegna. L’occupazione tende a salire, ma il costo della vita è aumentato notevolmente e fa precipitare tantissimi sardi nell’indigenza. I dati nell’ultimo Report su povertà ed esclusione sociale della Caritas in Sardegna.

Nell’ipotesi di una famiglia composta da padre, madre e figlio minore con un’età compresa tra gli 11 e i 17 anni, residente in un comune con meno di 50 mila abitanti, la soglia di povertà assoluta in Sardegna nel 2023 era pari a mille e 475,85 euro ( mille 504,77 euro se residente in un comune con più di 50 mila abitanti). Per la stessa tipologia di famiglia residente nei centri delle aree metropolitane di Cagliari e Sassari la soglia era invece pari a mille 586,76 euro .

Il fatto che l’incidenza della povertà assoluta non retroceda, nonostante il buon andamento del mercato del lavoro (con un incremento del 2,1% degli occupati nel 2023), per l’Istat è dovuto principalmente alla forte pressione inflazionistica. L’aumento generalizzato dei prezzi ha infatti eroso il potere d’acquisto delle famiglie sarde, riducendo sensibilmente il reddito familiare in termini reali, in particolare sui consumi di beni alimentari e sulle spese per le utenze e l’abitazione, nonostante la riduzione dei prezzi per i beni energetici registratasi nel corso dell’anno.

Nel corso del 2023 i dati sull’occupazione in Sardegna hanno continuato a registrare segnali decisamente positivi, con una crescita che è risultata più intensa rispetto al 2022, soprattutto per quanto riguarda la componente femminile. Meno intensa, tuttavia, è stata la crescita delle retribuzioni contrattuali rispetto alla media nazionale; il dato delle retribuzioni medie, infatti, risulta ferma dal 2021 ed è in progressiva diminuzione rispetto al valore nazionale.

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