L’opportunità di sperimentarsi nel lavoro e costruire una professionalità da spendere una volta fuori, nel difficile percorso di rinascita che attende i detenuti del carcere di Uta; l’obiettivo di favorire l’incontro tra il mondo delle imprese, sempre alla ricerca di lavoratori soprattutto non specializzati come lavapiatti, manovali, addetti alla logistica e le donne e gli uomini delle strutture penitenziare: è questo il progetto “Seconda chance”, presentato oggi da Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna, insieme al direttore reggente della casa circondariale di Uta Marco Porcu, alla referente Seconda Chance Sardegna Donatella Gallistru, e al referente per la Fipe Confcommercio dell’area relazioni sindacali, previdenziali e formazione e responsabile del lavoro Andrea Chiriatti. Il fine è dare concretezza alla legge Smuraglia, la quale “prevede incentivi fiscali per chi assume o forma detenuti ammessi al lavoro esterno o in semilibertà, con crediti d’imposta fino a circa 520 euro mensili per ogni lavoratore impiegato. Questo meccanismo di sostegno rappresenta un ulteriore stimolo per le imprese del settore ristorativo e commerciale che, oltre a contribuire alla riabilitazione di queste persone, possono beneficiare di vantaggi economici concreti”, dichiara Andrea Chiriatti. La legge è nata per facilitare il reinserimento dei detenuti in una visione della pena che tende alla rieducazione: “Si tratta di un’iniziativa molto importante per la realizzazione del trattamento rieducativo previsto dalla costituzione e dall’ordinamento penitenziario, finalmente si offrono ai detenuti delle opportunità lavorative vere, presso datori di lavoro esterni, cosa che consente loro di confrontarsi finalmente con il mondo esterno ed iniziare quel cammino che li porta al reinserimento nella società”, come afferma Marco Porcu: “I detenuti percepiscono di avere una seconda possibilità e sono ancora più motivati rispetto agli altri lavoratori”. Il protocollo è stato firmato dalla Fipe a livello nazionale: “Un progetto”, ha detto Emanuele Frongia, “che sta ottenendo buoni risultati anche nella nostra regione e che ribadisce non solo il valore economico delle aziende sarde ma anche il loro ruolo sociale”. “Al momento”, dichiara Donatella Gallistru “sono stati coinvolti una decina di detenuti del carcere di Uta e di Bancali da poco più di un anno, alcuni sono stati riconfermati con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato”.


Home Avranno una “seconda chance”: detenuti di Uta al lavoro nei ristoranti e nei cantieri di Cagliari
Avranno una “seconda chance”: detenuti di Uta al lavoro nei ristoranti e nei cantieri di Cagliari
Presentato oggi il progetto che vede l’assunzione degli ospiti delle carceri come lavapiatti, manovali, addetti alla logistica. Alcuni sono stati riconfermati a tempo indeterminato
Chiara Sulis