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Applausi a scena aperta per Il Barbiere di Siviglia a Cagliari

Incantevole versione dell’opera buffa di Rossini al teatro Lirico, ottimi riscontri anche per la pattuglia dei figuranti, presenza fondamentale nei due atti. Repliche previste sino a domenica 23 marzo
La Redazione

Una scenografia che crea meraviglia con una ricchezza di sfumature di colori, arabeschi, azulejos, in cui emerge il tratto onirico favolistico del grande e compianto Emanuele Luzzati. E ancora i raffinati costumi di Santuzza Calì, ripresi da Paola Tosti, le luci di Andrea Ledda, l’elegante regia del compianto Filippo Crivelli, ripresa da Daniela Zedda.
    Un’incantevole versione de Il barbiere di Siviglia di Rossini è andata in scena ieri sera al Lirico di Cagliari. Un’idea grafica e fiabesca con tanto di sottili riferimenti e citazioni culturali e note ironiche e leggere. Il capolavoro del genio pesarese tra comicità, brio, ingegno, ha conquistato il pubblico che ha risposto con partecipazione ed entusiasmo. Il genio compositivo di Rossini trasforma le note in immagini per conservare una preziosa chiave di leggerezza.
  Mancava da sette anni da Cagliari il melodramma buffo su libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla commedia di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais. Dona un ritmo incalzante senza mai prevaricare le voci col suono dell’orchestra il direttore Salvatore Percacciolo.
    Applausi per il coro maschile preparato da Giovanni Andreoli. Lo storico e riuscito allestimento del 1999, arriva dal Teatro di San Carlo di Napoli. Gli ingredienti sono noti: Figaro, un barbiere che sa usare ugualmente bene chitarra e rasoio, filosofo e giullare; l’ avido Bartolo, tutore della graziosa Rosina che, maneggiandone il patrimonio fino alla maggiore età, voleva sposarla appena maggiorenne per continuare a godere delle ricchezze della ragazza; un conte che ama la fanciulla e intende sottrarla alle grinfie del vecchio; un maestro di musica specialista in calunnie e intorno servi chiassosi e invadenti. Divertente omaggio in salsa sarda alla passione culinaria di Rossini, la citazione dei malloreddus col pecorino.
    Un cast vocale che dona leggerezza e slancio alla partitura. Meritata ovazione per Daniele Terenzi, un Figaro in serata di grazia. Giulio Mastrototaro (Don Bartolo) e Annalisa Stroppa (Rosina) hanno messo in luce le loro qualità vocali e una forte presenza scenica, come anche Peter Martinčič (Don Basilio). Mostra sicurezza vocale nei suoi interventi Maxim Mironov (Il conte d’Almaviva). Ben figurano nei rispettivi ruoli Chiara Notarnicola (Berta) e Giuseppe Esposito (Fiorello/Un ufficiale). ottimi riscontri anche per la pattuglia dei figuranti, presenza fondamentale nei due atti.

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