Al braccialetto elettronico per stalking si aggiunge un’altra misura, più dura, per l’ex giocatore del Cagliari Antonio Auriemma: i domiciliari.
Il 28enne, infatti, già condannato per stalking nei confronti della sua ex, stando a una nuova accusa presentata dalla ragazza (tutelata dall’avvocato Antonio Incerpi) lo scorso 21 giugno, all’1:40, l’avrebbe inseguita con l’auto a partire da via della Pineta.
Meglio, più che un inseguimento, un lento affiancamento: Auriemma si sarebbe messo davanti alla macchina della ragazza, guidando la sua vettura molto lentamente e, alla rotatoria dell’Amiscora, avrebbe puntato il veicolo contro quello della ragazza, sterzando all’ultimo secondo ed evitando l’impatto.
Poi, l’avrebbe seguita sino a Marina Piccola, prima di accelerare e scomparire nel buio del viale del Lungomare Poetto.
La giovane, disperata, ha chiamato le forze dell’ordine: dal Gps di Antonio Auriemma è stato possibile appurare la veridicità del racconto della vittima.
Antonio Auriemma, nuovi guai dopo lo stalking
Da qui l’aggravamento della misura degli arresti domiciliari, come deciso dalla giudice Elisabetta Patrito. Domani, intanto, in tribunale nuovo round, si dovrà infatti discutere sulla possibilità di pattteggiamento. La data fissata era legata ai primi provvedimenti, per stalking, contro Antonio Auriemma, e quindi prima delle nuove accuse mosse dalla ragazza.
Antonio Auriemma è difeso da Maria Grazia Monni e Fabrizio Rubiu: “Il nostro assistito è sempre stato rispettoso sulle limitazioni imposte”, spiega Rubiu. “L’incontro con la ragazza è stato casuale, entrambi per tornare nelle loro rispettive case, non distanti l’una dall’altra, devono fare la stessa strada. Inoltre, proprio quella sera la ragazza non aveva, casualmente, il suo dispositivo che consente di far suonare, in caso di necessità reale, il braccialetto elettronico di Antonio Auriemma. Lui non ha mai chiesto nessuna revoca, inoltre, visto che sapeva di essere vicino alla fine della pena”. Dall’altro lato, l’avvocato Antonio Incerpi conferma le accuse mosse dalla sua assistita: “Tutto è stato poi confermato in sede di ricostruzione dei fatti”. E, dopo aver letto le dichiarazioni del collega rilasciate a Cagliari News, aggiunge che “la mia assistita, anche la sera in cui è stata inseguita, aveva il dispositivo con se”.