Giovanissimi, ragazzini e ragazzine anche di dodici anni, in giro la notte a procurarsi alcol e droghe leggere, ragazze poco più che bambine vestite come donne adulte, così come impone un certo tipo di narrativa social. Senza alcun controllo da parte delle famiglie e a rischio della propria incolumità. A Cagliari c’è un’emergenza che riguarda i più giovani, spesso con storie di vita difficili, da cui cercano una via di fuga o solo un momento di divertimento, attraverso lo sballo. È quello che racconta Luca Pisano, psicoterapeuta e supervisore psicologico degli operatori di strada dell’Ifos, psicologi e psicoterapeuti presenti nella zona della movida grazie al progetto “Comuniteen”, un’iniziativa di prossimità per supportare il benessere giovanile nell’area metropolitana di Cagliari. Il quale lancia un appello ai genitori, chiedendo loro maggiore attenzione verso i ragazzi.
È di sabato notte la notizia di un gruppo di ragazze molestate in pieno centro a Cagliari: sono state avvicinate da due giovani malviventi che hanno iniziato a toccarle e malmenarle in un crescendo di violenza. Una delle ragazze ha avuto la prontezza e il coraggio di difendere le amiche, scattare una foto agli aggressori e, infine, cercare l’aiuto degli operatori di strada. Cos’è successo sabato notte dopo che le ragazze sono state molestate?
Quando la ragazza è stata molestata con le sue amiche sulle scalette di Sant’Anna, ha pensato subito di rivolgersi a noi, che in quel momento eravamo operativi sulla zona della Marina, all’altezza di piazza Dettori e piazza Aramu. Si è recata dove sapeva che ci avrebbe trovati e ha contattato la psicologa del team, raccontando, molto angosciata, preoccupata e provata da quanto era accaduto, i fatti avvenuti e, a quel punto, la psicologa ha parlato con me che sono supervisore e coordinatore del team di psicologi degli operatori di strada. Abbiamo ascoltato la ragazza, cercato di rassicurarla, di tranquillizzarla e contestualmente abbiamo chiamato le forze di polizia che sono intervenute celermente.
Che ripercussioni può avere su una ragazza di quell’età un episodio simile?
Le ripercussioni possono essere molto gravi: la ragazza è stata esposta ad una situazione di violenza non solo fisica, ma anche di tipo sessuale, e un avvicinamento di questo tipo, in una fascia d’età così giovanile (perché ricordiamo che la ragazza è appena maggiorenne) non può che provocare dei danni psicologici piuttosto importanti. Va detto però che la ragazza è stata capace di reagire, questo è l’aspetto importante. Nel senso che è intervenuta per difendere le amiche, questo è quello che ci ha riferito, ed è stata capace di fare delle fotografie alle persone che hanno compiuto l’aggressione. Quindi, è vero che ci sono e, probabilmente, ci saranno delle ripercussioni psicologiche importanti, tra cui vissuti di ansia, vissuti depressivi legati anche alla frustrazione e all’impotenza, ma è anche vero che la ragazza in quel momento è riuscita a trovare le forze per reagire, dimostrando un coraggio non comune in quella fascia d’età. Poi ha chiesto aiuto a noi, a persone adulte, più adulte di lei e in grado di poterla aiutare, proteggere e in grado di contattare direttamente le forze di polizia. Questo diventa un aspetto di resilience, un aspetto protettivo rispetto allo sviluppo di eventuali successive problematiche psicologiche più importanti.
Che consigli dare a ragazzi e genitori per evitare episodi simili?
In queste situazioni è sempre necessario chiedere aiuto, come ha fatto la ragazza. I giovani, sia di Stampace che della Marina, stanno capendo che esiste un’unità di psicologi e psicoterapeuti disponibile a dare una mano e quindi ad ascoltare e anche a proteggere. Il messaggio che darei sia ai ragazzi che ai genitori è quello di ricordarsi che il Comune di Cagliari ha promosso un’iniziativa per favorire una sicurezza di comunità. Dove la sicurezza non è soltanto una sicurezza di polizia, ma è una sicurezza in cui i diversi attori (i ragazzi, i loro genitori, i residenti e i commercianti) dialogano tra loro e costruiscono una comunità dove ci si può divertire in modo sicuro.
Qual è lo “stato di salute psicologica” dei giovani a Cagliari? Esiste un’emergenza legata al disagio giovanile?
C’è sicuramente un’emergenza. È un’emergenza presente sul territorio nazionale, ma è soprattutto presente nella città metropolitana di Cagliari. Purtroppo, abbiamo tantissimi ragazzi e ragazze che ritengono che per divertirsi si debba ricorrere all’uso di alcol o di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana e hashish. È come se fosse diventata una sorta di moda, quella di stordirsi il fine settimana. Questo tipo di problematica è circoscritta al sabato e la riscontriamo organizzata in due turni: un turno che dalle 18 alle 23 e riguarda soprattutto pre-adolescenti e adolescenti, una fascia d’età dai 12 fino al 17-18 anni, e poi una fascia che parte dalla mezzanotte, partecipata da maggiorenni e giovani adulti. Tutti condividono quest’idea, assolutamente sbagliata, che per divertirsi debbano stordirsi. Noi capiamo che dietro questo sintomo c’è una profonda sofferenza. Ecco perché il Comune di Cagliari, col progetto Comuniteen invia psicologi e psicoterapeuti sul territorio. Perché dietro un sintomo di questo tipo, c’è un malessere: sono ragazzi che hanno storie di vita difficile, esperienze caratterizzate da perdite, fragilità, vulnerabilità. Insomma, importanti sofferenze psicologiche che cercano in qualche modo di compensare con l’uso di alcol e di droga. C’è da dire che alcuni di questi ragazzini sono veramente molto piccoli e allora questo è anche un appello ai genitori: ragazzini di 12-13-14 anni non ci fanno nulla da soli in giro fino alle 23:00 per la città. È un appello ai genitori affinché siano un po’ più responsabili sotto questo profilo, perché vediamo troppi bambini e ragazzini vestiti come se fossero molto più grandi della loro età, qualche volta, purtroppo, anche svestiti, seminudi, che stanno fuori senza nessun controllo da parte dei genitori.