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persona di spalle con la pettorina che riporta il logo dell'iniziativa persona di spalle con la pettorina che riporta il logo dell'iniziativa

A Cagliari i “Custodi del Bello”: i più fragili cureranno il decoro della città

Il progetto è partito dal quartiere Marina e si estenderà a Sant’Elia. Monsignor Baturi: “Aiutare gli altri facendoli sentire parte della società con un impegno operativo”
Chiara Sulis
Custodi del Bello Cagliari


È partito lo scorso 15 ottobre il progetto “Custodi del Bello Cagliari” con una squadra pilota composta da quattro persone in situazioni di difficoltà e impegnata nel prendersi cura e nel restituire decoro ai luoghi pubblici nel quartiere Marina. L’iniziativa si svolge grazie al partenariato locale costituito da Caritas San Saturnino Fondazione Onlus e con il coinvolgimento del Comune. A novembre partirà la seconda squadra, composta da altre sei persone, che sarà impegnata nel quartiere di Sant’Elia. In Italia l’iniziativa è promossa in 12 città dal Consorzio Communitas, dall’Associazione Extra Pulita e dalla Fondazione Angeli del Bello Onlus ed è sostenuta nelle regioni del sud Italia da Caritas Italiana e da Fondazione Con il Sud. L’obiettivo è l’inserimento di cittadini fragili in percorsi formativi e lavorativi per rendere i quartieri più belli e vivibili. Tutto questo con il coinvolgimento delle comunità e alla collaborazione tra Chiesa, terzo settore, imprese e amministrazioni locali. Il primo step del progetto terminerà nell’aprile 2026: entro questa data si prevede l’attivazione di circa 50 tirocini finalizzato all’inserimento lavorativo per una durata di 4 mesi ciascuno. Le squadre sono accompagnate e monitorate da un tutor, da un formatore territoriale e da un coordinatore. “È uno di quei progetti che dimostra la verità dell’intuizione del Papa circa la connessione dei diversi aspetti dell’agire sociale – sottolinea Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana -. Il tema del lavoro è correlato con la necessità di prendersi cura della fragilità di tanti nostri fratelli che hanno bisogno di sentirsi inseriti nella nostra società attraverso un impegno operativo”.

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