Diventa nazionale il caso dei due missili dispersi nei fondali sardi al largo dell’Ogliastra. Oggi, a distanza di oltre un mese, racconta molto bene la vicenda in edicola Il Fatto Quotidiano. E ritornano le polemiche tra chi non vede di cattivo occhio la presenza di poligoni e miltiari e chi, invece, chiede da tempo che la Sardegna si riprenda il controllo dei territori in mano alle stellette.
Due missili, lanciati dal poligono di Quirra, scomparsi al largo della Sardegna, davanti a Murtas e alla costa ogliastrina. E scatta lo stop alla navigazione della Capitaneria di Porto.
Il primo provvedimento per i missili dispersi nei fondali sardi risale al 30 maggio, e riguarda il missile Stinger, un’arma con una lunghezza di 1,50 metri e un diametro di 0,70 metri, di colore grigio. Il missile è stato segnalato disperso dopo il lancio durante le attività militari, con un impatto nelle acque profonde a circa 100 metri dalla riva, al largo della spiaggia di Murtas.
Il secondo è un missile Aster 30, con carica esplosiva e lungo oltre quattro metri, ufficialmente scomparso nel mare al largo della costa orientale della Sardegna. A renderlo noto è l’ordinanza del Circondario Marittimo di Arbatax, che ha disposto l’immediata interdizione di un tratto di mare per un raggio di 150 metri intorno al punto di presunto impatto, situato a una profondità di circa 602 metri. L’ordigno è di colore bianco, ha un diametro di 18 centimetri ed è introvabile: il tutto durante una delle più importanti esercitazioni missilistiche condotte quest’anno in Italia.
Joint Stars, missili nei fondali sardi
Il missile è disperso. Il tutto durante la recente Campagna Lanci del sistema Samp/T presso il Poligono Sperimentale Interforze del Salto di Quirra (Pisq), nell’ambito dell’attività addestrativa del Comando Artiglieria Controaerei (Comaca). Due missili Aster 30 hanno regolarmente colpito i radio-bersagli Mirach-40, ma uno dei lanci si è concluso con la perdita del vettore che non è stato più rintracciato dopo il previsto impatto in mare.
L’episodio ha destato grande attenzione non solo per il valore strategico dell’addestramento, ma soprattutto per le implicazioni legate alla sicurezza marittima. Il missile, infatti, conserva ancora la carica esplosiva e si trova in un’area frequentata da pescatori, diportisti e operatori subacquei. L’interdizione disposta dalla Capitaneria di Porto mira proprio a tutelare la pubblica incolumità e a prevenire incidenti.
La Campagna Lanci ha visto anche l’impiego di sistemi Stinger e di soluzioni antidrone (C-Uas), sotto l’occhio attento del Generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Iannucci e del Generale di Brigata Giuseppe Amodio. L’esercitazione rappresenta una delle tappe conclusive della più ampia operazione “Joint Stars 2025”, la manovra interforze più articolata della Difesa italiana.
Al momento, del il missile non c’è traccia. Le operazioni di monitoraggio e ricerca sono affidate a mezzi specializzati. La zona resta off limits fino a nuovo ordine.