Centro Hiv trasferito all’improvviso a Cagliari, scatta il sit in di protesta da parte dei malati: 178 email da parte di pazienti disorientati e preoccupati.
Il centro hiv trasferito all’improvviso a Cagliari. “I pazienti non sono pedine da spostare a piacimento”: con queste parole forti e dirette, LILA Cagliari – Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS – denuncia la gestione arbitraria e priva di trasparenza con cui è stato disposto il trasferimento del centro HIV dal Policlinico Duilio Casula all’ospedale San Giovanni di Dio. Un cambiamento attuato nel giro di 48 ore e senza alcuna comunicazione preventiva ai pazienti.
L’associazione, che da oltre trent’anni tutela i diritti delle persone con HIV, ha scritto alla Direzione Sanitaria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria chiedendo chiarimenti e soluzioni concrete, ma senza ricevere risposta. Nel frattempo, sono giunte a LILA ben 178 email da parte di pazienti disorientati e preoccupati, provenienti da tutta la Sardegna, che denunciano le difficoltà logistiche causate da questa improvvisa riorganizzazione.
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Il trasferimento del servizio ha infatti introdotto una nuova e complessa procedura: i pazienti devono ora recarsi al San Giovanni di Dio per le prescrizioni mediche e poi tornare al Policlinico per il ritiro dei farmaci, con un tragitto di 8 chilometri tra le due strutture. Questa frammentazione dell’assistenza rende estremamente difficile la conciliazione con i tempi di lavoro e quotidiani, mettendo a rischio l’aderenza terapeutica.
«Una persona con HIV che assume regolarmente la terapia non è in grado di trasmettere il virus. Favorire l’aderenza è quindi una priorità sanitaria, sia individuale che collettiva» sottolinea Brunella Mocci, presidentessa di LILA Cagliari. «È inaccettabile che le istituzioni complichino l’accesso alle cure invece di agevolarlo».
La petizione on line
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare l’amministrazione sanitaria a rivedere la decisione, LILA ha lanciato una petizione online – che ha raccolto oltre 400 firme in meno di cinque giorni – e ha organizzato un sit-in di protesta per lunedì 19 maggio 2025, alle ore 11, davanti all’ospedale San Giovanni di Dio. All’iniziativa aderiscono anche il Tribunale per i diritti del Malato, l’Associazione ARC e Cittadinanza Attiva.
LILA chiede che venga ripristinata l’erogazione dei farmaci nello stesso ambulatorio in cui avviene la visita, evitando ai pazienti ulteriori spostamenti e disagi. «È una questione di rispetto, dignità e diritto alla salute. Riteniamo intollerabile – conclude Mocci – che un’Azienda sanitaria pubblica con un centro HIV di eccellenza non senta il dovere di fornire spiegazioni e dialogare con le realtà che rappresentano direttamente le persone coinvolte».
Il disagio causato da questa riorganizzazione non è solo logistico, ma anche simbolico: trasmette l’idea che le persone con HIV possano essere spostate senza considerazione per le loro esigenze, come se fossero numeri e non individui. E questo, nel 2025, è un messaggio che la società civile non può accettare.