In occasione dell’esercitazione militare interforze Joint Stars 2025, promossa dal Ministero della Difesa, sabato 10 e domenica 11 maggio si terranno a Cagliari una serie di eventi pubblici presentati come iniziative di beneficenza, inclusione sociale e promozione sportiva.
Tra queste, figurano screening sanitari gratuiti per bambini, la donazione di due posti letto per il reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ARNAS “G. Brotzu”, oltre ad attività sportive aperte alla cittadinanza. Nonostante il valore sociale di tali azioni, non sono mancate le critiche.
Polemiche in consiglio comunale
I gruppi consiliari del Partito Democratico, AVS (Alleanza Verdi e Sinistra), Cinque Stelle, Progressisti e Sinistra Futura hanno espresso forte perplessità, sollevando dubbi sulla coerenza tra lo spirito solidale delle iniziative e il contesto in cui vengono promosse: una grande esercitazione militare.
“In un momento storico particolarmente delicato – si legge nella nota congiunta – riteniamo sia necessario favorire iniziative realmente orientate alla pace, alla salute e al benessere dei cittadini, evitando commistioni con attività di stampo militare”. I firmatari ribadiscono che azioni di solidarietà e promozione del benessere dovrebbero essere appannaggio della scuola, del sistema sanitario nazionale e delle organizzazioni sportive, e non finanziate da soggetti legati all’industria bellica, in particolare quelle attive nella produzione di armamenti coinvolti in conflitti in corso a livello globale.
Pur riconoscendo il valore concreto degli interventi previsti, i gruppi politici si dissociano da ciò che definiscono “un’operazione di propaganda bellicista mascherata da beneficenza”.
In linea con il Progetto “Cagliari città della pace e del dialogo nel Mediterraneo”, promosso dall’Amministrazione comunale a guida centrosinistra, viene ribadito l’impegno a costruire iniziative alternative, basate su educazione alla pace, dialogo e cooperazione tra popoli.
“Chiediamo che le risorse pubbliche siano sempre più destinate alla scuola, alla sanità, allo sport e all’educazione alla pace. Non possiamo accettare che, mentre questi settori subiscono tagli, si aumentino i fondi per le spese militari” – concludono i gruppi firmatari.