Calo demografico, povertà vecchie e nuove, politiche della casa e degli alloggi per gli studenti, lavoro irregolare, sono i temi trattati dal segretario nella sua lunga relazione, con passaggi sul rilancio del porto canale di Cagliari e sull’Autorità di Sistema portuale del mare di Sardegna (“perplesso che la guida possa andare a un candidato non sardo, siamo pienamente convinti che nella nostra regione siano presenti esperti preparati e capaci per assumere questo ruolo”), sul futuro dell’aeroporto (“bene integrazione tra scali, no ad una privatizzazione che taglia fuori la parte pubblica da ogni processo decisionale”), sulle note dolentissime che riguardano la sanità e, in particolare la questione delle sale operatorie del Businco (“il trasferimento al Brotzu e tempi lunghi per l’esecuzione dei lavori hanno generato tensioni che meritano di essere tenute in grande considerazione”).
RAPPORTO CARITAS
“Un terzo dei sardi è a rischio di povertà, la Caritas diocesana di Cagliari (nel dossier 2024), certifica 160.000 richieste di aiuto nel 2023, oltre 98.000 pasti erogati, cui vanno aggiunti gli interventi di altre sette associazioni che operano tra città e hinterland e seguono decine di migliaia di richieste: a loro – si è soffermato Atzori – si rivolgono famiglie e singoli, giovani, anziani, disoccupati, lavoratori e pensionati. Siamo di fronte ad un dramma sociale al quale dobbiamo guardare per orientare al meglio il nostro agire, nelle interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche e con il mondo dell’impresa. L’indice di vecchiaia (237,1) nell’area metropolitana di Cagliari è secondo, in Italia, solo a Genova: abbiamo due anziani per ogni giovane, con il tasso di pensionamento più basso d’Italia e, quindi, con una popolazione in età lavorativa più anziana rispetto alla media nazionale. Questo quadro richiederà sempre più il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, la promozione di programmi di invecchiamento attivo e un immediato e netto cambio di rotta sulla sanità. A Cagliari assistiamo a un progressivo scadimento della qualità delle prestazioni: i Pronto soccorso sono al collasso perché diventati presidi di territori vasti nei quali, in assenza del proprio medico di base o del medico di continuità assistenziale, ci si rivolge in maniera spesso impropria. Le liste di attesa sono infinite e, nonostante qualche importante intervento, non riteniamo che quanto approvato nella manovra finanziaria recentemente approvata possa invertire la rotta”.