Cinque mila persone. A Cagliari un lunghissimo “serpentone” ha sfilato per le vie del centro per gli 80 anni dalla Liberazione nazionale dal nazifascismo. Una festa del 25 aprile che ancora una volta sentita e partecipata: già dalla partenza del corteo, da piazza Garibaldi, in migliaia hanno sfilato, bandiere tricolore alla mano. Ad aprire il corteo una corona commemorativa del Comitato 25 aprile, davanti ai gruppi Anpi e alle diverse sigle sindacali. Poco prima del monumento ai caduti, poi, sono stati incrociati i gruppi di manifestanti Pro Palestina. Al suono del silenzio e alla presenza delle autorità, e del sindaco Massimo Zedda, è stata deposta una corona floreale commemorativa al Monumento ai Caduti: qua e là non sono mancati fischi all’esecuzione dell’inno nazionale, tacitati dal coro generale. Sulla sponda opposta della strada, poi, anche un omaggio ad Antonio Gramsci, fondatore del partito Comunista italiano e scomparso il 27 aprile di 80 anni fa. “Uno dei pensatori più importanti della nostra amata terra”.
Poi il corteo ha ripreso verso la sua destinazione, piazza del Carmine, passando per vie Sonnino e risalendo viale Regina Margherita. “Vogliamo la pace, 80 anni dopo la Liberazione e in un momento in cui l’Europa vive ancora situazioni di guerra”. E ancora , “pace in Palestina e in Ucraina, vogliamo la liberazione nel mondo”. Non è mancato l’omaggio in viale Bonaria e sotto la sua casa in piazza Martiri a Emilio Lussu, protagonista sardo dell’antifascismo.
Zedda
«Un’esigenza di pace e di democrazia ancora attualissimo, 80 anni dopo la lotta per la Liberazione», le parole del sindaco Zedda, «il 25 aprile è un appuntamento irrinunciabile per ricordare la nostra storia. Questa giornata è anche monito e insegnamento per il presente e il futuro del nostro Paese.
Anche quest’anno siamo in piazza per rivendicare i diritti acquisiti dopo tanto impegno e sangue versato da chi c’era prima di noi. È nostra responsabilità non dare per scontato un valore universale come la libertà, purtroppo ancor oggi minacciato. La buona politica deve continuare a essere portavoce e portatrice di pace in Europa, in Ucraina, in Palestina e in tutti quei luoghi dove si muore».
“25 aprile è un valore da difendere, minacciato dalle troppe guerre ancora oggi”, le parole del presidente del Consiglio Comunale Piero Comandini.