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Malamovida a Cagliari, il piano di Zedda: “Più telecamere e agenti, addio licenze a chi vende alcol ai minorenni”

Ragazzini “terribili”, giovani messi ko dall’alcol tra risse e litigi, residenti del centro storico esasperati. Il sindaco riconosce che “la città è una tra le più sicure” e annuncia la road map da seguire per eliminare le mini sacche di illegalità: “Alcune aree potrebbero essere chiuse”, incluse “le scalinate di chiese. Anche piazza del Carmine, così aperta, potrebbe dare qualche problema”
La Redazione

“Cagliari è una città tra le più sicure”. “Cagliari è una città tra le più sicure”. Così il sindaco, in apertura del dibattito legato a tre mozioni (bocciate 2 su 3) proposte dalla minoranza sul tema della malamovida. Dopo due sedute di Consiglio e le votazioni, passa quindi la linea già messa in azione, con incontri e accordi presi soprattutto col prefetto, del primo cittadino Massimo Zedda: “Molte delle questioni contenuti nelle mozioni sarebbero condivisibili se non fossero legate a premesse che non corrispondono all’evoluzione della città. Un tempo girare per certi quartieri era un’impresa”, cos Zedda, che ricorda le morti per eroina dei giovani per strada, negli anni Novanta, e le sparatorie della banda di Is Mirrionis. “Oggi invece le cose sono cambiate e molti passi in avanti sono stati fatti. Alcune problematiche sono arginabili ed è fattibile circoscrivere le persone che arrecano disturbo. Chi si è macchiato di certi episodi è stato subito arrestato. Chi delinque paga e non è un elemento di poco conto”. Ma ha aggiunto, però, come “la diffusione delle droghe in città, spesso più facili da reperire e consumare rispetto al passato, non sia un problema da sottovalutare, specie fra i giovani”. Dunque, “sin da subito attivato un protocollo con la prefettura sull’utilizzo delle telecamere. In accordo con le associazioni di categoria stiamo facendo un’evoluzione sull’uso delle telecamere private”. In aggiunta, anche interventi sulla manutenzione dell’illuminazione pubblica e “una possibile cinquantina di agenti di sorveglianza da affiancare agli uomini di Polizia di Stato e forze dell’ordine”. Tra le misure di contrasto al degrado anche l’istituzione di zone che prevedano l’allontanamento di soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari. Pugno duro contro chi vende alcolici, con la “chiusura ed eliminazione delle licenze per quelle attività che vendono alcol ai giovani”. E ancora, “alcune aree potrebbero essere presidiate e chiuse con recinzione. Stiamo in attesa di alcune indicazioni che riguardano le scalinate di alcune chiese. Anche la piazza del Carmine, così aperta, qualche problema potrebbe darlo”.

Le mozioni bocciate sono quelle portate dai consiglieri Nando Secchi (Lega) e da Giuseppe Farris (Civica24-Gruppo Misto), ricalcanti il problema della malamovida cittadina e un patto per la sicurezza urbana. Ai due si è aggiunta la mozione della consigliera Roberta Sulis riguardante un’azione di contrasto all’abuso e alla dipendenza di alcol e sostanze stupefacenti fra i giovani: quest’ultima proposta, oggetto di emendamento approvato, ha trovato il parere favorevole del Consiglio comunale. “Un problema che attanaglia la nostra città e che sta creando grossi problemi, tra risse, degrado e sporcizia”, spiega Secchi. “Lo scorso febbraio una operazione della forze dell’ordine ha interessato il territorio e nello scorso marzo in Prefettura si è tenuta una riunione sulla tematica dei furti che hanno colpito diverse attività”. La proposta, dunque, è stata quella di un lavoro di controllo minuzioso delle aree più a rischio, come piazza Yenne, Sant’Eulalia e le zone di piazza Giovanni a ridosso del parco della Musica, con un’implementazione di un sistema di video sorveglianza, illuminazione pubblica, controllo della gestione di rifiuti e lotta al consumo di alcolici. “Importante creare una piattaforma di dialogo tra i giovani e il team di operatori su strada, insieme ai residenti di quartiere e i commercianti”. Tutte analisi e proposte interessanti che però pagano lo scotto, come rimarcato dal sindaco Massimo Zedda, “di premesse che non corrispondono

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