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Dazi Usa, trema il mercato di vini e formaggi sardi: “Tante aziende rischiano di chiudere”

Il 48% del prodotto sardo finisce sul mercato a stelle e strisce. Le ripercussioni sul mercato isolano, per la Cia, saranno fortissime: penalizzate soprattutto le province del Sud Sardegna, del Nuorese e del Sassarese
La Redazione

L’export sardo negli Stati Uniti trema a causa dei dazi imposti dal presidente Donald Trump. A finire sul mercato a stelle strisce infatti è circa il 48% dei prodotti agroalimentari dell’Isola: la regione italiana che dipende maggiormente dagli acquisti Usa. Il dato emerge dal report della Cia sulle possibili ripercussioni della svolta Trump sull’economia nazionale e locale.

L’export complessivo della Sardegna nel 2024 è stato di oltre 288 milioni euro, quello relativo agli States di oltre 138 milioni. Bassa l’incidenza, il 2%, sulle esportazioni nazionali destinazione Usa. Ma all’interno di questa percentuale, la dipendenza sarda è fortissima. Preoccupante la situazione nelle province di Nuoro e Sassari: il 66 e 65% delle produzioni agroalimentari parte per gli Stati Uniti: a Sassari per un controvalore di oltre 84 milioni, a Nuoro meno della metà, 34 milioni.

Per quanto riguarda il Pecorino, altra provincia isolana esposta è quella del Sud Sardegna, con il 44% di dipendenza. Più contenuto il peso – e quindi il possibile contraccolpo – dell’export nelle altre province sarde: 8% a Cagliari per oltre 3 milioni e 15% a Oristano per più di 6 milioni di euro.

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