Capodanno a Cagliari? Non è sempre stato “low cost”, modalità inaugurata dal sindaco Emilio Floris durante il suo bis a palazzo Bacaredda e portata avanti da Massimo Zedda e, Blanco e Marco Mengoni a parte, anche da Paolo Truzzu. Dal brindisi al nuovo millennio, durante l’ultimo anno da sindaco di Mariano Delogu, la città non ha badato a spese per il 31 dicembre. E dal 2001 al 2005 la firma principale dei grandi eventi è stata la sua: Edoardo Usai, da assessore proprio ai grandi eventi, in un lavoro certosino e mirabile portato avanti col primo cittadino Emilio Floris, è riuscito ad avere sul megapalco di via Roma i Lunapop (pagati 500 milioni di lire), stessa cifra ma in euro per brindare l’anno successivo con Sugar Fornaciari e 650mila euro per Giorgia e Luisa Corna nel 2003. Con tanto di passaggi tv su Rai 1 e Canale 5, con Cagliari che saliva alla ribalta nazionale tra fuochi artificiali e bottiglie di champagne stappate all’unisono. Altri tempi? Sì, forse meno complicati dell’attuale 2025 ma sicuramente più spensierati.
Chi governava saldamente Cagliari, il centrodestra, aveva fatto suo un moto-ragionamento: i grandi concerti fanno conoscere la città ai turisti. Parole che Floris ripeteva ogni qual volta, nelle conferenze stampa pre-Capodanno, arrivava la domanda sui costi. E pazienza, per modo di dire, se gli ultimi due 31 dicembre firmati da Floris e Usai hanno visto danzatori sospesi nel cielo e, per salutare il 2005, Lapola, i Tamurita, Roy Paci e Kid Creole & the Coconuts: costo di 190mila euro, comunque soldi, pubblici, utilizzati per continuare a far conoscere agli occhi del resto del mondo Cagliari: con via Roma e il Largo invase, nei Capodanni d’oro, da oltre centomila persone.