La dieta mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale. Un importante riconoscimento, datato 2010, da parte Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco, a Nairobi, per uno dei modelli alimentari più sani del mondo.
“Punto di forza è sicuramente la ricchezza dei nutrienti”, commenta lo specialista biologo e nutrizionista Paolo Demurtas dell’Università di Cagliari, “come frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi, che forniscono una vasta gamma di vitamine, minerali e antiossidanti”. Tra questi, anche l’olio di olvia come principale fonte di grassi, ricco di acidi grassi monoinsaturi e antiossidanti.
Ma non solo, perché la dieta mediterranea “promuove il consumo di pesce, latticini e, limitatamente di pollame e carni rosse. I cibi trasformati
(salumi e carni lavorate in genere) vengono contemplati come eccezione a tale modello”. E ancora, “alto è il contenuto di fibre, derivante da frutta, verdura,legumi e cereali integrali che favorisce una buona digestione e può aiutare a mantenere sotto controllo il peso corporeo apportando senso di sazietà”.
Dieta mediterranea, inoltre, come prezioso aiuto per una vita in salute, dato che, secondo numerosi studi, questa “sia associata a un ridotto rischio di malattie cardiovascolari grazie alla sua capacità di abbassare i livelli di colesterolo e migliorare la salute dei vasi sanguigni”, commenta Demurtas. “Inoltre, importante evidenziare come possa essere associato a un minor rischio di depressione e miglioramento della salute mentale in quanto alcuni alimenti sono fondamentali per la sintesi di ormoni che influiscono sul tono dell’ umore e sulla qualità del sonno”.
Infine, la dieta mediterranea non è solo un regime alimentare, ma anche, in ottica di stile di vita sostenibile, “un vero e proprio approccio alla vita promuovendo convivialità, la ricerca delle materie prime di stagione e prodotti del territorio. Inoltre, può essere facilmente adattata a diverse culture e preferenze alimentari, rendendola accessibile e sostenibile in tutto il mondo”.