Molta emozione ieri al Greenwich per la premiere di Fiori sottopelle, unāopera che racconta con sobrietĆ il percorso doloroso di tre donne – tre sarde – sotto cura chemioterapica. Ognuna di loro ha il suo mare e i suoi luoghi per la battaglia: una sarditĆ che attraversa lāIsola: Bosa, Orosei e SantāAntioco. Non un dettaglio, il fattore identitario: qui sembrano esserci, davvero, una geografia e una storia che tipizzano il coraggio. Unāassonanza troppo familiare nella parlata; una somiglianza, nei volti, più profonda del gonfiore causato dai farmaci. La luminositĆ dello sguardo ĆØ la stessa.
Certo, la sofferenza per la malattia ĆØ universale, ma la regia di Galici – nei voli, nei venti che sospingono foglie morte e fiori – suggerisce che in questo soffrire ci sia un destino di mare tuttāintorno, di orizzonti infiniti, di prospettiva insulare sempre al di lĆ della linea.
Ć il vento antico degli avi quello che strappa e porta via i capelli indeboliti. Si apre cosƬ il docufilm, in un turbinio di petali che ricorda una cascata di pot-pourri, un lungo autunno chemioterapico. Si inserisce qui il progetto sociale Inachis, promosso dallāassociazione ParavĆØ, che dona parrucche alle pazienti oncologiche. Sono i medici, ĆØ chi opera in reparto tutti i giorni, a spiegarlo: una donna che si guarda allo specchio deve potersi accettare. Nellāaccettazione, i colpi della malattia vengono come assorbiti, nella custodia della propria femminilitĆ , perfino in una divertita civetteria, giĆ inizia la controffensiva dello spirito, una pienezza di riscatto. Si lotta per sĆ©, si lotta per amore dei figli e dei propri compagni. In Fiori sottopelle ritroviamo anche la grandezza di uomini āangelicatiā, compagni imprescindibili – non più i massacratori dei femminicidi. Un promemoria che giova alla nostra societĆ .
Il dolore ĆØ un maestro inflessibile, e Galici non esita a mostrarci la lezione. Impararla ĆØ durissimo. Il motto ĆØ in un tatuaggio preso a prestito dalla poesia di Frida Kahlo: āNon dico che posso fare tutto, dico solo che lo faro lo stesso, nonostante tuttoā. Eppure, non si tratta di eroine, ma di persone, donne che hanno paura e non si fermano.
I capelli se ne vanno a un refolo di vento, e noi tutti spariremo. Ma anche alla speranza basta un soffio di vita, e i fiori sbocceranno ancora. Ā
Ā Ā Giulio Neri