Seguici

Per ricevere gli aggiornamenti di Cagliari News nella tua casella di posta, inserisci la tua e-mail nel campo sottostante.

Premendo il pulsante Iscriviti, confermi di aver letto e di accettare la nostra Informativa sulla privacy

Niente nuraghe a Monte Urpinu: “Quel muro è del ‘900”

Concluso lo scavo della Soprintendenza: nessun nuraghe sul colle. “Quella è una struttura di contenimento della batteria militare di viale Europa”, dichiara l’archeologa Sabrina Cisci, “la prova? Abbiamo trovato una cartuccia francese degli anni ’30 impastata dentro la parete”
Ennio Neri

Nuraghe a Monte Urpinu? Non c’è traccia. “Quello segnalato da professor Ugas”, spiega Sabrina Cisci, funzionaria della Soprintendenza,  è un muro di contenimento novecentesco”. Svaniscono così le illusioni di chi sperava che anche Cagliari avesse il proprio nuraghe.

La notizia aveva acceso il dibattito in città. Nel gennaio 2022, Giovanni Ugas, docente di Preistoria e Protostoria presso l’Università di Cagliari e già archeologo nella Soprintendenza Archeologica di Cagliari e allievo del grande Giovanni Lilliu, rivelò pubblicamente di aver trovato sul colle di Monte Urpinu, nella zona del fortino C 198 di viale Europa, sepolti da erbacce e rifiuti, i resti di una reggia nuragica. Una cortina muraria lunga 22 metri e le basi di due torri che avrebbero dovuto far parte di un complesso più grande di quello di Barumini, con la torre centrale alta forse 30 metri. Il monumento, secondo Ugas, sarebbe stato distrutto in gran parte dall’attività di cava andata avanti nella zona nei secoli e dalle successive costruzioni militari realizzate nel ‘700 e nel ‘900.

Sarebbe stata una scoperta, in grado, potenzialmente, di riscrivere la storia della città e anche della Sardegna nuragica. Anche se da subito esperti come Massimo Rassu e Giampaolo Marchi avevano duramente contestato la tesi. E recentemente è arrivata la smentita: quello non è un nuraghe. Il Comune di Cagliari sta realizzando, proprio in quella zona, una terrazza di avvistamento per l’avifauna di Molentargius e ha chiesto così un’ispezione archeologica alla Soprintendenza. “Già dai primi sopralluoghi altri esperti si erano detti in disaccordo con la tesi di Ugas”, spiega la Cisci, “così la Soprintendenza ha affidato le verifiche preventive a un archeologo incaricato dal Comune imposto da noi e c’è stato un annetto fa uno scavo stratigrafico: la cosa migliore per datare il muro. Abbiamo stabilito che si tratta di una parete novecentesca. La prova? Tra il materiale individuato c’è una cartuccia di un proiettile francese dei primi decenni del ‘900. Era impastata nella malta e questo ci permette così la datazione esatta di quel manufatto che risulta essere un muro di contenimento del terrazzamento realizzato per sistemare la batteria militare sovrastante. Quello non è un muro nuragico”. Nessuno insomma sa se un nuraghe nella zona c’è o meno: non esiste al momento nessuna evidenza scientifica. “Il manufatto poteva ingannare”, sottolinea la Cisci, “noi abbiamo seguito il metodo scientifico che dimostra che quello è un muro di contenimento per un riempimento di terra su cui è stata impostata la batteria. Per noi in quella zona non c’è nulla di archeologico. I lavori del Comune possono andare avanti”.

Per ricevere gli aggiornamenti di Cagliari News nella tua casella di posta, inserisci la tua e-mail nel campo sottostante.

Premendo il pulsante Iscriviti, confermi di aver letto e di accettare la nostra Informativa sulla privacy