“Governo e Parlamento dovrebbero riflettere seriamente sui tragici dati degli incidenti di caccia, tuttavia non si vede all’orizzonte alcuna iniziativa di alcun genere, ma soltanto le consuete ottuse iniziative legislative per l’ampliamento della caccia in ogni direzione”. Lo scrivono, in una nota, il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e Lega per l’Abolizione della Caccia (Lac) dopo la tragedia dei due giovani cacciatori trovati morti nelle campagne del Cagliaritano.
“In tre mesi, secondo i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Caccia, al 21 novembre 2024 c’erano già trentotto fra morti e feriti, cacciatori e non cacciatori – riferiscono – Ogni stagione di caccia, oltre a milioni di altri animali, esemplari di fauna selvatica, uccisi e feriti, ci sono anche numerose vittime umane. Nel totale silenzio di istituzioni e classe politica, tant’è che non esistono nemmeno statistiche ufficiali, visto che non si deve sapere”.
“Secondo i dati raccolti dall’associazione vittime della Caccia (Avc), nel corso della stagione venatoria 2023-2024 vi sono stati 12 morti e 56 feriti. Il più alto numero di vittime si è registrato in Toscana (10), seguono Calabria (6), Sardegna, Campania e Veneto (4). Fra i non cacciatori le vittime sono state complessivamente 28, di cui 6 morti e 22 feriti (dei quali 7 minori). Fra i cacciatori, le vittime sono state complessivamente 40, di cui 6 morti e 34 feriti – scrivono ancora – Le associazioni venatorie sostanzialmente se ne fregano altamente del problema, derubricato sistematicamente a ineluttabili incidenti. Governo e Parlamento non fanno di meglio, non esistono nemmeno statistiche ufficiali di questi singolari incidenti. Non è un problema di sicurezza pubblica, sono solo incidenti”.
Nella stagione venatoria 2023-2024 si sono registrati, secondo i dati dell’Associazione vittime della caccia, 12 morti e 56 feriti. Lo ricorda l’Organizzazione internazionale per la protezione animali (Oipa) che chiede a Governo e Parlamento di “valutare seriamente le conseguenze dell’attività venatoria sulla sicurezza pubblica e di mettere mano alla legislazione in materia per evitare che, a fine stagione, si continui a fare la conta dei morti: cacciatori e non”.
“Quello delle vittime della caccia – aggiunge l’Oipa in una nota – è un tema ancora poco considerato dalle istituzioni eppure, dato il conteggio delle vittime, il legislatore dovrebbe iniziare a riflettere sul problema di sicurezza pubblica evidenziato da questi incidenti. Quante vittime umane, senza considerare gli animali, dovrà ancora fare l’attività venatoria prima che questa circostanza diventi un allarme sociale? Occorrerebbe un giro di vite legislativo per eliminare alla radice questo grave problema di sicurezza pubblica”.