“Coi soldi della Regione anche l’hotel, mega centro benessere e un bar”. E’ l’affondo dell’ex presidente della Regione Christian Solinas. Il segretario del Psd’Az attacca duro contro l’accordo di programma che sarà approvato da Comune e Regione sul nuovo stadio e parla di “giochi di prestigio. dal cilindro del “campo largo” spunta un nuovo accordo di programma per lo stadio di Cagliari. In omaggio, i finanziamenti pubblici potranno essere utilizzati anche per un hotel, un centro benessere da 4 mila mq e il bar sport”.
“La mia posizione è sempre stata chiara: la Regione, a mio avviso, avrebbe potuto finanziare esclusivamente l’impianto sportivo in un rapporto chiaro tra enti pubblici. Se l’esigenza era dare ai tifosi ed alla Sardegna intera un nuovo stadio in linea con gli standard delle competizioni internazionali e confortevole per giocatori e spettatori, ho sempre detto fermamente che la Regione avrebbe fatto la sua parte. E così è stato. Prima una legge, poi una delibera della Giunta Regionale e dunque l’Accordo di Programma da me sottoscritto e pubblicato sul Bura avevano messo a disposizione del Comune di Cagliari ben 50 milioni di euro. Con due condizioni fondamentali”. Ed eccole:
“Le risorse […] saranno attribuite al Comune di Cagliari … per le sole attività connesse alla realizzazione dell’impianto sportivo” 2) “Resta inteso, pertanto, che la Regione Autonoma della Sardegna, rimane espressamente estranea ad ogni rapporto comunque nascente con terzi in dipendenza della realizzazione delle attività oggetto del presente accordo e che nessuna azione di rivalsa potrà essere esercitata nei confronti della medesima”.
“Non sono stati persi 5 anni”, aggiunge, “ma, al contrario, per ben 5 anni si sono voluti tutelare la legalità, la natura pubblica dei fondi e gli interessi della Regione. Questo non è piaciuto, comprensibilmente, a chi non ha capito quale fosse la reale posta in gioco o a chi quella posta aveva stabilito. Ecco il perché della ritrovata “celeste corrispondenza d’amorosi sensi” tra i protagonisti della vicenda una volta eliminato il corpo estraneo, cioè il sottoscritto. Infatti, dopo le elezioni, regionali e comunali, con la Todde alla Presidenza e Massimo Zedda Sindaco di Cagliari è rifiorito un feeling rinnovato tra pubblico e privato. Così, in maniera sibillina, qualche settimana fa l’Assessore allo Sport del Comune parte con una questione apparentemente marginale che mira a rimettere in discussione l’Accordo di Programma già firmato, sollevando una fantomatica questione relativa alla presunta mancanza di un’approvazione esplicita del Presidente della Regione sul testo (che invero era stato approvato collegialmente dall’intera Giunta Regionale). Ne nacque una polemica che appariva relegata sul piano dei tecnicismi e che non ebbe grande eco sulla comunicazione di massa. Ma oggi ben si può comprenderne l’obiettivo vero leggendo la proposta di deliberazione per il Consiglio Comunale di Cagliari, predisposta dal Servizio Pianificazione Strategica e Territoriale, in combinato disposto con la bozza di un nuovo Accordo di Programma da sottoscrivere tra Todde e Zedda.
Finalmente, si svela l’arcano: il progetto non prevede solo lo stadio e, dunque, i relativi costi contengono anche la realizzazione di altre iniziative imprenditoriali, che in base al mio Accordo di Programma non sarebbero stati finanziabili con i fondi pubblici, ma avrebbero dovuto eventualmente essere coperti con risorse dei privati.
Ecco allora il motivo vero per il quale si metteva in discussione il procedimento da me seguito.
Tanto ciò vero che, nella bozza di nuova accordo di programma, che la Presidente Todde ed il Sindaco Zedda dovrebbero sottoscrivere, sono stati modificati proprio i punti dell’articolo 4 che imponevano di impiegare i 50 milioni di risorse pubbliche esclusivamente per l’impianto sportivo, consentendo invece di utilizzarli liberamente anche a copertura delle spese in generale e, di conseguenza, anche per hotel, centro convegni e centro benessere.
Insomma, un gioco di prestigio – si modificano limiti e impegni reciproci tra amministrazioni esclusivamente a favore del soggetto proponente – che mette finalmente a nudo i reali intendimenti delle parti: finanziare con danaro pubblico opere che non sarebbero finanziabili se non in violazione della disciplina della concorrenza e del libero mercato. Si tratterebbe infatti di un ingiustificato aiuto di stato ad un soggetto imprenditoriale che sotto la veste larga di un impianto sportivo pubblico coprirebbe la realizzazione di altre strutture in concorrenza con altre presenti sul territorio e realizzate con risorse private”.