“Chi paga il prezzo più alto dello stop alla Portovesme srl sono i lavoratori degli appalti, circa 500. Per questo occorre trovare un ammortizzatore sociale adatto per questi operai”. L’allarme è stato lanciato durante il presidio dei lavoratori della Portovesme srl da Renato Tocco della Uil Metalmeccanici.
“Gli incontri che stiamo facendo con l’assessorato al lavoro, con Confindustria servono per non lasciare nessuno a casa – ribadisce – Noi dobbiamo trovare uno strumento che permetta di cercare di coprire tutti. Non è facile, ma è quello che dobbiamo fare. Non possiamo lasciare un padre o una madre senza un ammortizzatore. Per noi è indispensabile trovare questo strumento, ma la cosa che a noi preoccupa è il lavoro – osserva – questo stabilimento deve continuare a produrre zinco, con o senza Glencore, perché non può essere che per anni per anni hanno utilizzato questo sito industriale e oggi decidono di liquidare i lavoratori e l’intero territorio, non va permesso assolutamente”.
Al 31 dicembre circa 270 lavoratori avranno terminato sia la cassa integrazione ordinaria che la straordinaria, quindi serve una deroga. Gli incontri che stiamo facendo con l’assessorato lavoro è per trovare delle soluzioni, altrimenti si parlerà di licenziamenti e credo che sarà un disastro sociale per l’intero territorio che sta già pagando un prezzo alto”.