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Cagliari, famiglia sarda dona cellule staminali e salva un bimbo malato negli Stati Uniti

L’operazione coordinata al Brotzu: il 12enne americano è affetto da una malattia rara
La Redazione
Vertenza Brotzu: ancora vivo lo stato di agitazione nel secondo incontro con i sindacati.

Cagliari, famiglia sarda dona cellule staminali e salva un bimbo malato negli Usa

Da Cagliari agli Usa, cellule staminali dal Brotzu salvano un bimbo malato negli Stati Uniti. Nel mese di aprile 2025, la Banca del Sangue Cordonale (BSC) dell’ARNAS G. Brotzu ha inviato un’unità di cellule staminali ematopoietiche al Centro Trapianti di Cincinnati, negli Stati Uniti. Un bambino di soli 12 mesi, affetto dalla Sindrome di Hurler, ha ricevuto il trapianto con esito positivo, grazie a una donazione proveniente da una famiglia sarda.

Il dottor Mauro Carta, direttore della BSC, ha coordinato l’intera operazione in stretta collaborazione con il Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR) e il Registro americano NMDP (National Marrow Donor Program). Il percorso, dalla raccolta del sangue cordonale fino all’invio oltre oceano, si è svolto con precisione e rapidità, garantendo la piena compatibilità con il piccolo paziente statunitense.

I medici di Cincinnati hanno confermato un decorso post-operatorio senza complicazioni, offrendo una concreta speranza di guarigione al bambino. Il Commissario Straordinario dell’ARNAS G. Brotzu, dottor Maurizio Marcias, ha voluto rimarcare l’importanza della donazione del sangue cordonale: “Si tratta di un gesto semplice, ma fondamentale. Senza la raccolta, quel materiale verrebbe eliminato in sala parto. Invece, oggi, rappresenta un’opportunità concreta di salvezza”.

Il sangue cordonale contiene cellule staminali capaci di rigenerare il sistema ematopoietico e di trattare gravi patologie metaboliche e onco-ematologiche. In ambito pediatrico, queste cellule offrono un’alternativa valida al trapianto di midollo osseo o di cellule staminali periferiche.

Il dottor Carta ha ribadito il valore crescente di queste applicazioni: “Le cellule del cordone ombelicale aprono nuove prospettive, soprattutto in termini di compatibilità e sicurezza. La storia di questo trapianto sottolinea quanto la cooperazione internazionale, la generosità dei donatori e la ricerca scientifica possano cambiare il destino di una vita”.

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