Siurgus Donigala, vince il paesaggio: bloccato il fotovoltaico vicino al nuraghe Erri
Siurgus Donigala, vince il paesaggio: bloccato il fotovoltaico vicino al nuraghe Erri. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna ha respinto il ricorso presentato dalla società Noraservice, difesa dall’avvocata Maria Rita Appeddu, contro il provvedimento di diniego al progetto di realizzazione di un impianto fotovoltaico nel Comune di Siurgus Donigala, in località Pardu Fenu.
La vicenda trae origine dal rigetto, da parte dello Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap) dell’Unione dei Comuni della Trexenta, della richiesta di autorizzazione all’installazione dell’impianto, pari a oltre mille e 100 kWp, su area industriale. Il diniego si è fondato sul parere negativo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che ha ritenuto non idonea l’area per la vicinanza del sito al nuraghe Erri, ubicato a circa 285 metri dall’area interessata, e già oggetto di procedimento di dichiarazione di interesse culturale.
Nel ricorso, la società Noraservice ha contestato la legittimità del parere della Soprintendenza e ha chiesto l’annullamento degli atti, sostenendo che il rischio archeologico risultava basso secondo la propria consulenza tecnica e che l’impianto avrebbe dovuto comunque essere considerato ammissibile, anche in base alla normativa vigente sulle aree industriali.
La decisione dei giudici
Il Tar, con sentenza pubblicata dopo l’udienza del 12 febbraio 2025, ha confermato la validità del provvedimento Suap, rilevando che la Soprintendenza si è limitata ad applicare le misure di salvaguardia previste dalla legge, in forza dell’attivazione del procedimento per la tutela del nuraghe. Tali misure, si legge nel dispositivo, operano in via automatica e vincolano l’azione amministrativa, rendendo legittimo il diniego.
Il Tribunale ha respinto anche i motivi aggiunti con cui Noraservice ha contestato la legittimità della procedura avviata dal Ministero della Cultura per la dichiarazione di interesse culturale del nuraghe. I giudici hanno escluso qualunque vizio procedurale, inclusa la mancata comunicazione diretta dell’avvio del procedimento alla società ricorrente, e hanno ritenuto infondate le censure relative a una presunta disparità di trattamento rispetto ad altri impianti autorizzati nella stessa area.
Il Tar ha quindi rigettato integralmente il ricorso, ma ha deciso di compensare le spese legali tra le parti, tenendo conto della complessità della vicenda e della sua natura tecnico-normativa.